Come sempre, gli annunci di gelo a distanza si moltiplicano. Ora, al di là delle procedure tecniche, di ambito strettamente meteorologico, anche un semplice ragionamento dovrebbe metterci in guardia e ricordarci che, per conoscere quello che verrà dopo, dovremmo prima capire cosa avverrà prima.
Nella fattispecie: è vero che le tendenze a lunga scadenza evidenziano una possibile caduta delle temperature su diversi Paesi dell’Europa e, probabilmente, anche dell’Italia (o di una parte di essa). Del resto non è qui il problema e anche in questo sito abbiamo introdotto a grandi linee questa possibile evoluzione.
Ma la tendenza a breve e media scadenza cosa ci propone? Ve lo dico subito: temperature in sensibile aumento e neve solo ad alta quota sulle Alpi. Andiamo dunque a capire perchè ancora una volta il termometro di quello che dovrebbe essere l’inverno, torna a salire negando di fatto un altro spicchio di stagione.
E’ presto detto: sotto la spinta di un’ansa anticiclonica posta alle latitudini groenlandesi, a ponte con un anticiclone in fase di esaurimento sulla regione scandinava, un ampio centro di bassa pressione scenderà di latitudine sull’Atlantico, sprofondando fino alle latitudini subtropicali. Qui aggancerà, manco a dirlo, aria mite che poi si inserirà entro il letto delle correnti occidentali, ben tese e dirette proprio sul Mediterraneo.
La successiva rotazione antioraria degli ingranaggi di collegamento tra il vortice atlantico e la campana anticiclonica nord-africana così strutturatasi, farà in modo che l’aria in arrivo sull’Italia sarà sempre più mite e accompagnerà le temperature al di sopra della media tra il 9 e il 13 gennaio.
Insomma quattro giorni pieni, quattro lunghissimi giorni di tepore fuori stagione e dopo (solo dopo) potremo finalmente concentrare tutti i nostri sforzi sul passo successivo, ormai sufficientemente vicino da permetterci di non prendere gratuite cantonate.
Luca Angelini
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.