
La nebbia altro non è se non una formazione nuvolosa a contatto con il suolo. Nelle lunghe notti del semestre invernale, in condizioni di cielo sereno e tempo stabile, il terreno si raffredda molto rapidamente e trasmette questa perdita di calore agli strati d’aria prossimi ad esso. Questo fenomeno si chiama irraggiamento.
Ora, dobbiamo sapere che, a una data temperatura, una massa d’aria può contenere solo un certo quantitativo di umidità e più precisamente: più elevata è la temperatura e maggiore sarà l’umidità che la massa d’aria potrà contenere, viceversa minore è la temperatura e minore sarà anche l’umidità che potrà essere contenuta nella nostra massa d’aria. In caso di basse temperature dunque, l’aria potrà accettare solo minimi quantitativi di umidità: l’eccesso dovrà necessariamente condensare in minuscole goccioline, la nebbia. Prendendo come riferimento l’umidità relativa, che indica in percentuale quanto siamo vicini alla saturazione, tale valore sarà pari al 100%.
Non ci sarà difficile capire allora perchè questo tipo di nebbia sia tipica delle pianure, e non solo della val Padana, ma anche di tutte le conche e le valli chiuse d’italia e soprattutto, delle sterminate pianure dell’Europa e perchè si presenti preferibilmente durante la stagione fredda e in condizioni di tempo stabile e anticiclonico.
Luca Angelini
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