Proprio qualche giorno fa avevamo fatto il punto nei riguardi di una figura atmosferica particolarmente temuta, soprattutto quando ci si avvia verso l’estate: l’anticiclone nord-africano, altresì noto come “il cammello” o “il gobbo di Algeri”.
Ebbene manco a farlo apposta, richiamato dalla sua terra di origine dallo sprofondamento di una depressione atlantica, questa figura d’oltre mare pare intenzionata ad erigersi verso il Mediterraneo centrale nel corso della prossima settimana. Al momento si tratta solo di ipotesi, comunque sia l’analisi comparata delle varie corse dei modelli numerici in chiave probabilistica, ci suggerisce come da non sottovalutare proprio questa manovra.
Insomma, il meccanismo ormai lo conosciamo bene e non ha bisogno di spiegazioni: se al nord e in parte anche al centro, il flusso meridionale che si aprirà a ventaglio a precedere l’ingresso della saccatura atlantica, sarà sufficientemente umido e inserito in correnti a curvatura ciclonica, tali da portare la pioggia, al sud e sulle Isole Maggiori monterà un film già visto: la scaldata africana.
Alla luce delle attuali elaborazioni infatti pare possibile che tra martedì 10 e giovedì 12 maggio su queste zone d’Italia il campo delle temperature possa portarsi mediamente tra 5 e 6°C al di sopra della media, ma con punte anche fino a 8-10°C nella giornata di mercoledì 11 maggio. La carta che ho allegato in figura è assai eloquente e non ha certo bisogno di ulteriori spiegazioni.
Detto questo, considerando che trattasi di una scaldata tecnicamente individuabile come “pre-frontale”, possiamo intuire però che durerà poco, ovvero tanto quanto ci metterà la depressione a traslare e a portarsi con il suo corpo più attivo sull’Italia. Questo passaggio sembra possa avvenire nella seconda parte della prossima settimana tuttavia, come ormai ben sapete, una distanza temporale così elevata ci induce a fermarci e ad attendere l’adeguata tempistica per trarre conclusioni.
Luca Angelini
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