L’abbiamo chiamato a gran voce e lui, l’inverno, sembra averci risposto. Certo non è che si sprecherà nell’allietarci con la sua presenza, una presenza che dovrebbe essere invece la regola in questo periodo dell’anno. Due giorni di semaforo verde concessi all’aria fredda per attraversare il nostro Paese, poi ancora molta, troppa incertezza.
Basta solo dare una semplice occhiata al grafico che vi abbiamo proposto nella figura in basso per capire che queste dinamiche sono mal digerite dalla modellistica numerica: non si può conoscere con sufficiente margine di sicurezza la traiettoria dei due nuclei di aria fredda pronti a partire verso l’Europa da qui alla fine del mese e, qualora si dirigessero entrambi verso il nostro Paese, non si può sapere ad ora quanta aria fredda potrebbe effettivamente entrare, visto che ci si metteranno anche le nostre montagne a complicare le cose.
L’unico dato sfruttabile ai fini prognostici ci viene dal controllo delle alte quote, in particolare quelle stratosferiche, dove l’elevata stabilità statica garantisce una maggior linearità dell’evoluzione e quindi della predicibilità a medio e lungo termine.
Ebbene, si conferma quanto accennato già in diversi nostri precedenti approfondimenti: non sono previsti particolari scossoni, capaci di imprimere una svolta stagionale duratura. La circolazione rimarrà caratterizzata da un alto indice zonale, ovvero la componente occidentale dei flussi portanti, prevarrà su quella meridiana.
In altre parole l’inverno andrà a vanti almeno sino ai primi giorni di gennaio a spizzichi e bocconi, alternando brevi fasi fredde (27-29 dicembre) a lunghe pause di riflessione. Per un cambiamento sostanziale occorreranno senz’altro manovre di ben altra taglia, principalmente a carico della circolazione circumpolare, che dovrà essere adeguatamente disturbata dall’innalzamento meridiano dell’alta pressione atlantica.
Cosa potrebbe dunque accadere per questa “due giorni” d’inverno che ci con buona probabilità aspetta tra il 27 e il 29 dicembre prossimi? Un sensibile calo delle temperature, specialmente in quota, dove si potrà finire sotto media fino a 3-4°C. Due occasioni per nevicate a quote medio-basse, dapprima sull’Appennino centro-meridionale settore adriatico (26-27 dicembre, numero “1” nella mappa), poi probabilmente anche sulle Alpi, con successivo nuovo coinvolgimento dell’Appennino, il tutto nella giornata del 29 dicembre (numero “2” nella mappa).
Approfondiremo naturalmente il dettaglio nel corso dei prossimi giorni, quando la sinossi ci permetterà di studiare con maggior precisione la miscelazione e la traiettoria delle masse d’aria coinvolte.
Luca Angelini
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