Eventi estremi, istruzioni per l’uso

Non piove mai allo stesso modo, mai come in questi ultimi anni, mai come in questo periodo, ce ne siamo accorti. Si vero, un fattore discriminante riguardo le caratteristiche di una fase di maltempo in Italia (ma il discorso può essere esteso all’intera fascia delle medie latitudini) risiedono essenzalmente nel periodo dell’anno in cui avviene. L’autunno è statisticamente il periodo dell’anno più incline a generare perturbazioni “monster”, questo per via dei contrasti che si esplicano tra le latitudini polari, giù piombate nel freddo buio del semestre invernale, e quelle tropicali, ancora baciate da un sole alto nel cielo.

Nel bel mezzo ci siamo noi, fascia climatica temperata dove queste masse d’aria vengono a fare a pugni. Si ma non tutte le perturbazioni portano ad eventi estremi, e per fortuna aggiungiamo. Cos’è allora quel “di più” che sfoga su di noi le ire di Giove Pluvio? Cosa trasforma un semplice temporale in una catastrofe, in un fenomeno estremo?

Lo riassumiamo in cinque punti, suddivisi a seconda della quota a cui si sviluppano i pvrelativi processi

QUOTE SUPERIORI

  • Anomalie positive di PV (vorticità potenziale) indicano un abbassamento della tropopausa, dunque la presenza di una struttura ciclonica alle quote superiori. Queste anomalie vengono trasportate dalla corrente a getto e finiscono per interagire con gli strati atmosferici inferiori dove, se sovrapposte a discontinuità termiche come zone frontali (perturbazioni), possono sviluppare ciclogenesi, dunque formazioni di centri depressionari anche al suolo.  L’aria intrusa dalla stratosfera, fredda, molto secca e densa, tende a cadere rapidamente verso il basso e, trovandosi al di sopra della circolazione umida richiamata nei bassi strati, genera forte instabilità convettiva. Significativo il fatto che il 70% degli episodi alluvionali sul nostro territorio ha tratto origine da forti anomalie positive di PV.
  • L’ulteriore fattore aggravante è dato dal fatto che il transito della corrente a getto ad alta quota, iniettore primario dell’anomalia di PV, può presentare un flusso divergente (lo si vede dalle isoipse a 300hPa), con una consistente fuoriuscita di aria in quota., con tiraggio forzato dai bassi strati e ulteriore incremento delle “omega” (velocità verticali), lungo ben definite linee di confluenza nel boundary layer, ossia nello spessore atmosferico più prossimo al suolo, solitamente saturo (massimo contenuto di umidità).
  • La convezione, in determinate situazioni, può svilupparsi anche lungo il piano inclinato fornito dalla superficie della perturbazione, innescando un ulteriore tipo di instabilità dell’aria, l’ instabilità condizionale simmetrica (Slantwise Convection), che altro non è se non un ulteriore meccansimo di produzione di precipitazioni convettive.

slantQUOTE INFERIORI

  • Lo stato dell’arte descritto sopra, come dicevamo, richiama nei bassi strati aria mite e umida dai quadranti meridionali, la quale si trova costretto prima di tutto ad “inciampare” sulle nostre montagne o le nostre coste, causando il noto fenomeno dello sbarramento. Da qui lo sviluppo di nubi particolarmente dense, che producono precipitazioni sia per via avvettiva (la perturbazione vera  e propria), sia per via orografica (sbarramento sopravvento, salto idraulico sottovento).
  • Il vuoto creatosi con la divergenza in quota viene compensato da un tiraggio forzato dai bassi strati (non dall’alto perchè sopra c’è il blocco opposto dalla stratosfera) con ulteriore incremento delle “omega” (velocità verticali), lungo ben definite linee di confluenza nel boundary layer, ossia nello spessore atmosferico più prossimo al suolo, solitamente saturo (massimo contenuto di umidità). In sostanza al livello del suolo l’aria tende ad ammassarsi e quindi a sfuggire verso l’alto. E’ da processi come questo che possono nascere i temibili MCS V-shaped, altresì noti col nome improprio di temporali autorigeneranti.

saltoLa mutua amplificazione dei processi che avvengono lungo l’intera colonna atmosferica così malamente predisposta, e la sommatoria sinergica di avvezione, instabilità e forzanti orografiche, sono all’origine dei funesti eventi estremi, causa diretta delle più disastrose alluvioni avvenute sul nostro territorio, delle più violente prove di forza che la natura predispone per riprendersi quello che ci aveva apparentemente concesso.

Luca Angelini

 

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