
Anticiclone nord-africano o anticiclone delle Azzorre? Il dilemma delle estati attuali (e non solo delle estati…) sembrerebbe tutto incentrato tutto solo su questi due protagonisti che spesso invadono la scena mediterranea determinando due condizioni meteo-climatiche differenti. In realtà la distinzione corretta da operare sarebbe quella di identificare non solo la potenza sinottica dell’una o dell’atra figura e la posizione dei rispettivi assi di sviluppo, ma soprattutto il tipo e l’origine delle masse d’aria che ci raggiungono.
Questo in quanto alta pressione nord-africana o delle Azzorre fanno parte entrambe della fascia anticiclonica subtropicale, della quale il promontorio nord-africano (presente soprattutto in quota e solitamente senza tracce al suolo) rappresenta la porzione risalente dall’entroterra continentale, mentre quello delle Azzorre (presente sino al livello del mare), coinvolge ampie porzioni di oceano.
Dunque, il tipo di caldo che ci porta l’uno o l’altro dipende dalle masse d’aria che essi spostano: si parla quindi di influenza indotta dall’anticiclone delle Azzorre quando la massa d’aria che ci raggiunge proviene dal basso Atlantico e pertanto quando le correnti trasportano aria subtropicale marittima. Se le correnti invece trasportano aria subtropicale continentale è corretto parlare di influenza anticiclonica nord-africana.
E’ una distinzione non da poco, visto che l’aria marittima, provenendo dalla superficie relativamente più fresca dell’oceano, presenta un profilo di temperature che, per quanto possano essere al di sopra delle medie (anche a causa degli oceani sempre più caldi) non è mai esasperato. Viceversa con l’aria continentale, proveniente dalle roventi sabbie del Sahara, il caldo che ci investe può presentarsi anche con temperature estreme.
Luca Angelini
