Alpi e Prealpi, altre “mani di bianco” in vista

Ancora neve in montagna, segnatamente lungo le Alpi e le Prealpi, ma a tratti anche lungo i crinali dell’Appennino Tosco-emiliano.

Come mai tutta questa neve a inizio maggio? Si tratta di una anomalia? La risposta è negativa. Va infatti sottolineato che in primavera le masse di aria fredda nate a latitudini polari, eredità dell’inverno trascorso, vengono mobilitate dal soleggiamento che inizia a farsi sentire anche lassù, là dove queste masse d’aria si sono originate e hanno stazionato nella lunga notte invernale.

Allo stesso modo i flussi caldi in risalita dalle latitudini subtropicali, vanno a prenderne il posto in uno scambio di favori che, in definitiva, non è altro se non il meccanismo di termoregolazione dell’atmosfera.

Ma perchè la neve tutta adesso? Semplicemente per il fatto che, nell’ambito della circolazione generale dell’atmosfera che si sviluppa in onde, veniamo interessati dai cavi d’onda, quelli che contengono l’aria fredda nata sulle regioni polari. Fossimo stati interessati dalle creste di queste stesse onde, ci troveremmo sotto una campana di alta pressione con situazioni meteo-climatiche ben diverse, caratterizzate da tempo soleggiato e molto miti, proprio come è capitato sino a tutta la prima metà del mese di aprile e nei mesi precedenti, inverno compreso.

Detto questo ecco allora che altra neve è in arrivo sulle nostre montagne; le quote stimate dai modelli numerici di previsione si collocheranno mercoledì 3 maggio mediamente intorno a 1.300-1.500 metri, pur con sbalzi anche notevoli in caso di precipitazioni convettive (rovesci e/o temporali). Per giovedì 4, stante il parziale svuotamento del carico freddo in quota, si prevede un lieve rialzo del limite delle nevicate, che si dovrebbe portare intorno a 1.500-1.600 metri. Poi c’è l’episodio della notte tra sabato e domenica, con ulteriore rialzo del limite verso i 1.800-1.900 metri (da confermare).

Accumuli al suolo piuttosto interessanti; alla quota di 2.500 metri si stima possano cadere sino a 40 centimetri di neve fresca in 48 ore (mercoledì e giovedì) sull’alta Valle d’Aosta (Valdigne), fino a 50-60 centimetri sui gruppi montuosi compresi tra le Mesolcine e le Retiche (alta Valchiavenna, val Bregaglia e alta Valtellina), addirittura 60-70 centimetri sui gruppi dell’Adamello/Presanella, 30-40 centimetri sulle Alpi Venoste e 20-30 centimetri sulle Dolomiti meridionali. Altrove accumuli complessivamente minori.

A tal proposito chiudo ricordandovi la pagina dedicata alle condizioni del tempo in montagna, compreso il rischio di valanghe che si presume fin d’ora piuttosto rilevante.

Luca Angelini

Alpi e Prealpi, altre “mani di bianco” in vista