
Sembrerebbe un errore di stampa e invece è proprio la realtà delle cose: l’ultima seria nevicata che ha interessato l’arco alpino nella sua interezza, comprendendo quindo entrambi i versanti e le aree prealpine sino a quote consone al periodo, non avveniva dagli inizi dello scorso dicembre. La prima seria perturbazione dell’anno infatti ci ha fatti attenere fino agli inizi di marzo, saltando gran parte dell’inverno durante il quale le nnostre montagne s ela sono cavata grazie alle super nevicate autunnali.
LE QUOTE NEVE: ora però si volta pagina; non si sa se per un puro caso o per un cambiamento più duraturo e sostanziale della circolazione, fatto sta che lunedì 2 marzo Alpi e Prealpi si rifaranno il trucco e torneranno bianche sino a quote interessanti o, quanto meno, normali per il periodo. L’avvicendarsi di diverse masse d’aria solleciterà il livello dello zero termico facendolo salire e scendere in modo irregolare e comunque permettendo alle nevicate di spingersi mediamente a quote comprese tra 800 e 1.200 metri. Occasionalmente qualche spruzzata non è da escludere anche nei fondovalle alpini fin verso i 400-500 metri.
GLI ACCUMULI: i modelli numerici stimano che gli accumuli di neve al suolo più consistenti nelle prossime 24 ore saranno compresi tra 40 e i 60 centimetri e interesseranno Alpi e Prealpi lombarde, Prealpi Venete, Dolomiti, Alpi e Prealpi Carniche e Giulie. Depositi minori sui restanti settori alpini, con accumuli compresi tra 10 e 30 centimetri sulle montagne piemontesi e valdostane. Si ricorda che gli accumuli indicati potranno subire differenze anche notevoli ad alta quota per i processi legati all’asportazione eolica, dato che ci saranno forti venti meridionali.

IL PERICOLO DI VALANGHE: l’Aineva infine segnala un pericolo di valanghe forte (livello 4) sui settori di confine valdostani, in particolare in Valgrisenche, valle di La Thuile, val Veny, val Ferret e nella zona del Piccolo San Bernardo. Pericolo marcato (livello 3) sul resto della Valle d’Aosta, in Lombardia, nelle Alpi Altoatesine e nelle Alpi Giulie. Sui restanti settori alpini e prealpini pericolo da debole a moderato (livelli 1 e 2).
Luca Angelini
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