
Dopo l’abbuffata nevosa che negli ultimi giorni ha reso piuttosto inusuale l’ambiente appenninico centro-meridionale (ma buoni accumuli sono stati registrati anche su alcuni settori delle Alpi Giulie), ora la neve sta scendendo generosa anche su vaste aree dell’arco alpino rimaste a secco per tutto l’inverno. Alla fine dell’episodio nevoso in corso, il manto bianco depositato a terra potrebbe essere superiore a quello registrato mediamente nel trimestre invernale (dicembre-marzo). Purtroppo però la neve primaverile, a differenza di quella autunnale e invernale, non avrà né modo né tempo di sedimentarsi e di fornire una adeguata alimentazione ai bacini glaciali. Rimane tuttavia estremamente utile per dar sollievo alle falde e a rimettere in circolo acqua lungo i torrenti in secca.

Gli ultimi aggiornamenti confermano quanto avevamo anticipato nell’articolo di ieri e indicano per giovedì 20 aprile alcune aree alpine e prealpine quali favorite dalle precipitazioni nevose che mediamente cadranno a partire da 1.000-1.500 metri: sono infatti attesi accumuli anche di oltre mezzo metro nelle 24 ore sulle montagne dell’alto Piemonte comprese tra l‘Ossola, Mesolcina e Orobie. Accumuli generosi, stimati intorno ai 40-45, ma con punte anche fino a 50 centimetri sulla fascia prealpina veneta, sud delle Dolomiti, mentre si tornerà ancora intorno al mezzo metro sulle Alpi Carniche e Giulie.
Fenomeni più misurati, stimati tra 10 e 15 centimetri, sull’alta Valle d’Aosta e sulla fascia montana piemontese occidentale fino alle Marittime.
Ulteriori informazioni nel VIDEO meteo.
Luca Angelini