ALTA PRESSIONE dura a morire, ce la terremo ancora diversi giorni

multiNascondersi dietro un dito non serve. In questo quadro di inequivocabile anomalia generale meteo-climatica (anomalia delle temperature, della pressione, delle precipitazioni, dello schema circolatorio generale in relazione alla stagione), non ce n’è per nessuno, neanche per chi tenta di arrampicarsi sugli specchi cercando improbabili analoghe anomalie nel passato. Può essere vero infatti che, anche nei decenni “d’oro” del clima, leggi anni 70 o 80, si annoverano mesi di novembre tiepidi e asciutti, di certo però non dopo un mese di luglio record, non a ruota dopo mesi di costanti anomalie positive delle temperature, non dopo un mezzo autunno durato 10 giorni e che in quei 10 giorni ha scaricato qua e là l’acqua di 1 anno e mezzo.

Insomma, siamo di fronte ad orizzonti climaticamente inesplorati da che viviamo nell’era moderna. Proprio per questo, anche le previsioni westmeteorologiche risentono di questo cambio di regole da parte del tempo, in primis a causa della modellistica numerica, che se regge ancora dal punto di vista qualitativo, tende a peccare da quello quantitativo.  L’esempio degli abnormi quantitativi di pioggia caduti di recente in Sicilia e in Calabria, non gestibili dai modelli perchè oltre i valori di fondo scala, è una dimostrazione lampante di questo discorso, ma potremmo farne molti altri.

Comunque cerchiamo di guardare avanti per cogliere qualche segnale di cambiamento: in realtà i segnali di cambiamento rimangono davvero pochi. L’anticiclone che ci interessa infatti è, per così dire, un problema emisferico. La spinta che lo mantiene sollevato fino alle nostre latitudini è l’indice di convergenza intertropicale, meglio noto come ITCZ. Se osserviamo la seconda figura qui sopra, notiamo infatti che dallo scorso mese di luglio tale indice si è quasi sempre mantenuto in segno positivo. Questo significa che la circolazione subtropicale per tutti questi mesi è rimasta spostata di qualche centinaio di chilometri più a nord della norma, da qui il pressing frequente delle alte pressioni in sede euro-mediterranea.

spaghE’ quindi una situazione molto lenta a sbloccarsi. Nei prossimi giorni infatti le carte probabilistiche (prima figura in alto e grafico qui a fianco) ci mostrano un anticiclone che, seppur in fase di indebolimento, sarà ancora protagonista della scena mediterranea. Le correnti perturbate guadagneranno solo qualche grado di latitudine sul centro Europa e, dopo il 20 novembre, verranno a tratti ad interessare le nostre regioni settentrionali, apportando tempo un po’ più grigio, ma con probabilità di pioggia complessivamente basse. E in queste condizioni di freddo ancora non se ne parla, semmai di un tentativo (tra l’altro neanche sicuro) di uno stentato avvicinamento alla normalità. Oltretutto pare possibile un nuovo rialzo della pressione intorno al 23-24 novembre…

Luca Angelini

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