
“Non guardo le previsioni meteo, non ci credo. Stavo leggendo l’oroscopo…”. Sembrerebbe una assurdità e invece tra la gente comune impegnata a sfogliare i quotidiani (qualcuno che li preferisce in formato cartaceo c’è ancora) non è difficile sentire affermazioni del genere.
Ieri come oggi, 30 anni fa come nel futuristico nuovo millennio poco o nulla è cambiato. Anzi, con l’avvento delle APP probabilmente la cultura meteorologica ha subito una ulteriore mazzata, spalancando al massimo la forbice tra progresso scientifico (predisposizione di modelli numerici altamente sofisticati) e utilizzo scorretto dei prodotti di previsione. In altre parole la APP è diventato il nostro oroscopo meteo.

Questa sorta di “analfabetismo meteorologico“, tra le altre cose, non ci permette di porre le dovute differenze tra una disciplina scientifica probabilistica come la fisica dell’atmosfera e una pratica pseudoscientifica basata sulle superstizioni come l’astrologia.
E forse anche per questo che anche oggi, nell’era della digitalizzazione globale, oroscopo e previsioni del tempo resistono affiancate l’una all’altra sulla stessa pagine dei giornali (spesso l’ultima). E vallo a spiegare poi a chi crede più all’uno che alle altre…
Luca Angelini