Antartide: inverno mai così freddo dal 1957

Il freddissimo inverno australe terminato da poco ha lasciato in eredità una anomalia tutta da studiare: un parco di valori al di sotto della media, registrati da un capo all’altro del Continente di ghiaccio, che sembrano andare in controtendenza con l’andamento climatico del resto del Mondo (+0,45°C.). In realtà, dal punto di vista strettamente climatologico, l’andamento di un solo inverno non significa nulla rispetto al trend climatico di lungo periodo, che si pone come base di osservazione almeno 30 anni e può rientrare nella normale variabilità climatica stagionale, come confermato dal ricercatore della NASA Richard Cullather.

Fatto sta che alla base scientifica di Amundsen-Scott, situata al Polo Sud geografico, la temperatura media del semestre invernale si è attestata a -61,1°C, circa 2°C al di sotto della norma; si tratta del valore medio più basso mai registrato dal 1957. Il valore più basso in assoluto dell’inverno australe 2021 invece, -79,4°C, è stato registrato alla base di Vostok, che detiene il record di gelo assoluto del Continente e del Mondo, ben – 89,6°C risalente al luglio del 1983.

Il gelo estremo, dovuto ad un vortice polare stratosferico particolarmente profondo, implica però ripercussioni negative a carico del buco dell’ozono. Le temperature estremamente basse registrate inducono alla formazione di sottilissime nubi stratosferiche di ghiaccio, responsabili della scomposizione di sostanze chimiche come i clorofluorocarburi, in cloro e bromo chimicamente attivi. Questi composti, attivati dalla prima luce solare radente della primavera, portano alla rapida distruzione dell’ozono stratosferico sopra l’Antartide, processo quest’anno particolarmente evidente.

Base Amundsen Scott: webcam live (in fondo alla pagina).

Luca Angelini