
Qualche tempo fa avevamo ironizzato sull’andamento del mese di aprile che sembrava contraddire i proverbi di un tempo. L’osservazione scaturiva da una semplice osservazione empirica, senza la pretesa di trarre conclusioni, dato che eventuali constatazioni si fanno solo a bocce ferme.
Bene, ora aprile è passato e le bocce si sono fermate.
Sono quindi andato a riprendere questo argomento, supportandolo questa volta non solo con le semplici sensazioni umane, ma con i primi dati strumentali indispensabili per condurre una trattazione scientificamente corretta. Cosa ho scoperto?
Nulla di nuovo, se non la conferma che quell’intuizione effettivamente stava perfettamente calzando la realtà. Prendiamo la mappa in figura, che è stata elaborata dall’ente governativo statunitense per lo studio della climatologia noto come NCEP. Ebbene risulta subito evidente che l’Italia ha effettivamente sofferto la sete in diverse zone del territorio.
I settori rimasti più “a secco” sono quelli di nord-ovest, i settori prossimi ai litorali del medio e alto versante tirrenico e le Isole Maggiori. La situazione di deficit cronico della piovosità è stato causato dalla presenza frequente ed ingerente della figura anticiclonica subtropicale continentale, ovvero dall’anticiclone nord-africano.
Questo dato è supportato dal controllo che campo di temperatura, che è risultato invece al di sopra della media entro un range compreso tra 2 e 5°C. In questo caso sono state le regioni centrali e meridionali a risultare le più calde (anomalia media tra 3 e 5°C, il che testimonia proprio l’impronta dell’anticiclone d’oltre mare.
Tornando ai dati della piovosità (mancata potremmo dire) è stato rilevato che sono rimaste praticamente a secco sia la Sicilia che la Sardegna, con accumuli totali inferiori a 10 millimetri di pioggia nell’intero mese di aprile. Anche la Liguria, il basso Piemonte, la bassa Lombardia e le coste tirreniche centro-settentrionali (quindi quelle di Lazio e Toscana), hanno messo in tasca non più di 25 millimetri nell’intero mese.
Oltretutto, anche dove ha piovuto, lo ha fatto con il contagocce, considerando che l’unico settore ad aver raggiunto i 100 millimetri è stato quello alpino, oltre a isolati settore dell’Appennino centrale e meridionale.
Giusto per fare un raffronto, vi consiglio a questo scopo di consultare le mappe relative alle vostre località disponibili in questa pagina, si può benissimo constatare che a Torino sono caduti non più di 20 millimetri di pioggia, contro i 104 millimetri contemplati nella climatologia degli ultimi 30 anni, lo stesso quantitativo a Genova, dove erano attesi invece 85 millimetri. A Catania sono caduti meno di 10 millimetri, contro i 35 previsti dalla norma, mentre situazione analoga per la Sardegna, con Cagliari che non è andata oltre i 10 millimetri contro i 37 della media.
Insomma, è stato un aprile secco sull’Italia, probabilmente uno dei più avari di precipitazioni degli ultimi anni. Solo nell’ultima settimana il congedo dell’alta africana in favore di alcune attive perturbazioni, ha messo una pezza, che si spera ora possa essere ricucita per bene dal mese di maggio.
Luca Angelini
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