Nel corso del semestre invernale l’Europa può contare su un serbatoio di aria fredda auto-prodotta che di norma si colloca tra la Russia e l’Europa dell’est. Questo perchè su questi settori, l’influenza delle temperate correnti atlantiche si fa più marginale e il clima è decisamente continentale. Durante l’inverno quindi l’aria che sorvola queste zone, via via si raffredda, le sterminate pianure si coprono di neve e l’effetto albedo accelera l’ulteriore raffreddamento. L’aria da fredda diventa gelida e, data la sua densità, non potrà muoversi dai luoghi di origine se non sospinta da venti molto forti che scorrono radenti al suolo.
Bene, se ora questa aria gelida, per un qualsiasi motivo, inizierà a spostarsi verso ovest, finirà per incontrare sul suo cammino anche l’Italia dove, accompagnata da venti di Bora o Grecale, potrà recare severe ondate di gelo, con temperature molti gradi al di sotto della norma. La “nostra” norma infatti è superiore di diversi gradi rispetto alla “norma” di Paesi come ad esempio Russia o Ucraina, comunque della regione balcanico danubiana in genere.
Quindi sull’Italia di norma, il gelo viene da est. Di norma. Ma ormai, come abbiamo più volte sottolineato, il tempo ha cambiato le regole a causa del mutamento degli schemi meteorologici dovuto ai cambiamenti climatici. Vuoi dire che ad est non c’è più il gelo di una volta? Bingo! Come si può osservare dalla reanalisi della NOAA (qui a fianco), su tutta l’Europa dell’est e sulla Russia le temperature di febbraio (ma anche ora è così) erano superiori alla media anche fino a 7-9°C. Questo significa che non sono poi molto dissimili dai valori che possiamo registrare ad esempio sul nostro settentrione.
Ora, con il probabile coricamento dell’anticiclone atlantico al traverso dell’Europa, l’anticiclone russo avrebbe la possibilità (notare il condizionale) di alimentare una intensa ondata di freddo verso l’Europa occidentale e anche verso l’Italia. Ok, ma se ad est non c’è freddo, cosa ci possiamo aspettare? In questo caso i facili abbagli forniti dalla solita corsa deterministica isolata (questa volta leggi modello ECMWF) possono trarre in inganno e molti, in buona o mala fede che sia, ci stanno cascando.
Mappe probabilistiche alla mano (qui a fianco), si nota che sul piano isobarico di 850hPa (circa 1.500m) il 17 marzo, come oggi, l’isoterma di 0°C continuerà a lambire l’Italia (ora lo fa grazie alle correnti nord-atlantiche, vedi prima figura in alto), mentre l’isoterma di -10°C, quella che porta il gelo, andrà in fuga verso la Russia orientale.
Con i grafici probabilistici d’ensemble alla mano, siamo in gradi di constatare che tra il 15 e il 18 marzo, risulta possibile l’arrivo sull’Italia di correnti da est, prelevate dalla Russia e dall’Europa orientale, che porteranno con sè aria asciutta continentale. Ma la Russia, restituirà all’Italia solo quel surplus di temperatura appena visto, dato che l’aria gelida (isoterma di -10°C) raggiungerà il Paese del Cremlino, solo dopo il 18 marzo, con una seconda pulsazione, questa volta in partenza dal Polo. A causa di questa asincronia verremo tagliati fuori dal potenziale freddo da est. In altre parole, l’anticiclone russo si troverà nel posto giusto ma nel momento sbagliato, così che sull’Italia questi venti continentali altro non faranno se non mantenere le temperature intorno ai valori medi del periodo che sono, in definitiva, anche quelli attuali.
Insomma, aria dalla Russia? Stiamo… “freschi”!
Luca Angelini
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