
Quando la circolazione generale dell’atmosfera alle medie latitudini rallenta fino a bloccarsi, le figure di alta e bassa pressione tendono a divenire stazionarie. Nella fattispecie, il regime blocco anticiclonico estivo può avere per il tempo di casa nostra effetti assai diversi rispetto a quello tipicamente invernale.
Tralasciando le tipologie di blocchi (high-over-low, omega, ecc. secondo Müller et al., 2015; e Hirt et al., 2018), sul settore euro-atlantico essi sembrano in aumento (principalmente omega, ma non solo) nel periodo estivo (1991-2019), in particolare proprio quelli che poi isolano massimi di geopotenziale in medio-alta troposfera tra Scandinavia e ovest Russia (Detring, Müller, et. al. 2020).

Nei prossimi giorni, e secondo il sub-seasonal ECMWF almeno nelle prossime 2 settimane con un discreto livello di confidenza (attendibilità), sembra che un regime blocco estivo prevalga sugli altri (i classici regimi di Cassou et. al). La durata media sul comparto europeo sarebbe sui 5-8 giorni (ma un blocco può anche rinvigorirsi dopo un temporaneo cedimento) per una frequenza sopra il 20% indistintamente dai periodi stagionali. Ma in estate, a seconda di come si struttura, il blocco può portare anche condizioni di caldo intenso, specie nella fase iniziale fino alla massima magnitudine.
Questo avviene per due motivi: 1) se e quando preleva aria molto calda di tipo sub-tropicale che passa sulle nostre teste. 2) Per la subsidenza causata dai moti discendenti per elevati valori di geopotenziale in quota e inevitabile convergenza. Dunque, anche se non è ancora possibile capire se l’attuale situazione sarà lunga o breve, le probabilità di recidiva da parte del blocco anticiclonico attualmente presente c’è. Fino ad ora era andata quasi di lusso, visto il contesto climatico attuale. Serve acqua, quella sì, e all’orizzonte, per ora, se ne vede pochina.
Pierluigi Randi
