Caldo RECORD in alta montagna: quel FEBBRAIO con lo zero termico sul tetto delle Alpi

Con le temperature eccezionalmente miti che si stanno registrando in questi giorni in alta montagna, ci si pone senz’altro un inquietante interrogativo: era mai salito prima d’ora nel semestre invernale il livello dello zero termico oltre la fatidica soglia dei 4.000 metri di quota? La memoria corre a quei giorni dell’ormai lontano febbraio del 2008, quando un insolito capriccio dell’anticiclone nord-africano fece “impazzire” le nuovissime centraline della stazione meteo installata sul Ghiacciaio del Gigante (gruppo del Monte Bianco) a cura dell’Università di Milano e dal Comitato Ev-K2-Cnr,

I risultati dei rilevamenti sono infatti coincisi con la prolungata presenza di una configurazione anticiclonica subtropicale continantale culminata negli ultimi giorni del mese di febbraio, durante i quali la subsidenza in alta quota (moti discendenti dell’aria con compressione e riscaldamento), causò un riscaldamento decisamente innaturale per il periodo invernale. Durante questo periodo infatti (in particolare tra il 23 e il 24 febbraio) le temperature massime diurne a Punta Helbronner, 3.450 metri hanno oscillato tra i +3°C e i +8°C. Considerando che il gradiente ambientale, ovvero la temperatura, scende normalmente con la quota di 1°C ogni 100 metri di salita, questo ha significato che lo zero termico nella libera atmosfera si è probabilmente posto intorno a 4.300 metri!

ALTAMa la sorpresa degli “addetti ai lavori” si è anche concentrata sulla repentina discesa dei valori termici avvenuta ad iniziare dal giorno 1° marzo. Se andiamo ad analizzare la situazione meteorologica di quei giorni notiamo l’arrivo di una massa d’aria più umida e instabile che causò l’allontanamento dell’anticiclone e dunque la distruzione sia della subsidenza che delle inversioni termiche, unitamente ad infiltrazioni di aria più fredda in quota. I venti infatti rinforzarono notevolmente su tutto l’arco alpino tanto che sulla pianura Padana si verificò anche un notevole effetto favonico dovuto proprio allo scavalcamento delle creste alpine da parte di questa nuova e più fresca massa d’aria proveniente dall’Atlantico. Ecco dunque il termometro di Punta Helbronner scendere in poche ore dai +8°C ai -22,5°C rilevati alle otto del mattino e ai -22,8°C misurati nella serata di quello stesso giorno, oltre all’impennata dei valori termici nei fondovalle percorsi dal Foehn.

Niente più che un regolare rientro alla “normalità”.

Luca Angelini

 

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