Nell’estate italiana il fenomeno delle ondate di calore (heat waves) è certamente contemplato dalla climatologia, tant’è che in media ne dovrebbero avvenire fino a tre o quattro in tutto il trimestre da giugno a settembre. Il problema si pone se queste tre o quattro ondate di caldo, così come si è constatato diverse volte nelle estati degli anni Duemila, anzichè durare una settimana ciascuna, si legano tra loro andando ad abbracciare praticamente tutta l’estate.
Non è la situazione attuale (o per lo meno non lo possiamo sapere al momento), tuttavia proprio in questi ultimi giorni, proprio nel bel mezzo di quella che possiamo senz’altro annoverare per il nostro Paese come “ondata di calore di moderata intensità”, nasce un paradosso: non è tanto il caldo in se stesso a preoccupare, bensì la mancanza di precipitazioni. Questo risale ad una situazione pregressa che si trascina per molte regioni d’Italia almeno dallo scorso inverno.
Ad un inverno poco piovoso e nevoso (salvo qualche eccezione), ha fatto seguito una primavera altrettanto asciutta. Ora che il “bel tempo” (concedetemi il virgolettato a sottolineare una locuzione ironica, dato che sarebbe più corretto chiamarlo maltempo anticiclonico) ha accontentato tutti coloro che hanno esclamato alla primavera soleggiata stabile, scambiandola forse per l’estate, ci accorgiamo che in molte zone stiamo rimanendo senz’acqua.
Osservate la mappa in figura (click per aprirla): è stata elaborata dalla NOAA americana e mette nero su bianco le vaste aree del nostro Paese che partono per l’estate in serio deficit pluviometrico: le Isole Maggiori, le regioni della fascia tirrenica, a tratti anche quelle di nord-ovest, oltre all’Emilia Romagna dove è già stata diramata una allerta in merito dalle Autorità regionali. Sono tutte zone dove ci si avvia a trascorrere l’estate senza una adeguata riserva idrica in falda. Anche le riserve nevose in alta montagna non possono aiutare granchè visto che, per quanto riguarda le Alpi ad esempio, la poca neve caduta alla fine dell’inverno se ne è praticamente già andata tutta.
Non resta che sperare in qualche benefico break temporalesco nel corso delle prossime settimane, una speranza piuttosto flebile, sia perchè dal punto di vista climatico l’estate in Italia è la stagione meno piovosa dell’anno, sia perchè questa avarizia pluviometrica viene al momento confermata dalle elaborazioni numeriche, che non concedono molto per la prosecuzione di giugno.
Luca Angelini