Ciclone d’Islanda: 960hPa e venti a 150 orari sul nord dell’Atlantico

Si rivede il ciclone d’Islanda, una delle due figure chiave per il tempo sull’Europa, insieme al suo antagonista, l’anticiclone delle Azzorre. Ebbene oggi, lunedì 27 gennaio, li ritroviamo tutti e due questi ciclopi dell’atmosfera, ognuno sulle sue posizioni, ma è certamente il vortice d’Islanda ad attirare maggiormente la nostra attenzione.

In queste ore infatti, grazie all’iniezione di vorticità ciclonica da parte dei forti venti che soffiano ad’alta quota lungo tutto l’emisfero, questa struttura si è approfondita al punto tale da generare, al suo epicentro, un minimo di 960hPa al livello del mare. Notevole è ancora lo sbalzo di temperatura che si genera lassù sulle acque dell’Atlantico settentrionale proprio per la confluenza forzata di diverse masse d’aria, oltre 16 gradi tra le coste meridionali groenlandesi e quelle settentrionali islandesi.

Morale, tale differenza di temperatura e pressione su distanze così brevi dà luogo a venti di notevole intensità, che lungo il braccio di mare tra Islanda e Groenlandia potranno raggiungere anche i 130-150 km/h. Oltretutto le masse d’aria, scontrandosi, danno vita ad estesi ammassi nuvolosi con tanto di maltempo, che si allunga sino alle Isole Britanniche. Anche questa ripetuta attività ciclogenetica a latitudini così elevate è sintomo di un vortice polare ancora molto forte, un pattern che rema e continuerà ancora a remare contro il nostro inverno almeno sino all’inizio di febbraio.

Luca Angelini

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