Pur con un occhio all’andamento della banchisa antartica, che mostra un assestamento dopo il forte calo dei bilanci di massa degli ultimi quattro mesi, la nostra attenzione oggi si concentra su un altro importante processo che coinvolge il grande oceano circumpolare. l’assorbimento dei anidride carbonica.
Ebbene cari lettori, dovete sapere che l’Oceano Antartico si comporta come un gigantesco polmone, in grado di assorbire dall’atmosfera grandi quantità di anidride carbonica. Si è calcolato che le sue acque assorbono il 40 per cento delle emissioni dovute al consumo di combustibili fossili.
Nei primi anni 2000, tuttavia, gli studiosi scoprirono che di lì a breve questo “pozzo di carbonio” avrebbe potuto saturarsi: era un evento inatteso, poiché fino ad allora si riteneva che esistesse una relazione tra la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera e la capacità di assorbimento dell’oceano. La buona notizia è che l’Oceano Antartico ha ricominciato ad assorbire anidride carbonica a tassi elevati dopo una pausa che durava dai tardi anni ottanta, scongiurando il pericolo che fosse arrivato alla saturazione. Lo afferma un importante studio pubblicato su “Science” da Peter Landschützer del Politecnico di Zurigo nell’ambito di una collaborazione internazionale.
Lo studio ha dimostrato che la capacità di assorbimento dell’oceano può variare notevolmente. Ma qual è l’origine di questa variabilità? Secondo i ricercatori, è da imputare al cambiamento degli schemi meteorologici. Con la modifica del clima, gli schemi di pressione atmosferica sono cambiati, e con essi gli schemi dei venti. Negli anni novanta, i venti sull’Oceano Antartico erano più intensi di oggi, e determinavano un processo di rimescolamento degli strati dell’oceano, con le masse d’acqua profonde che potevano risalire con maggiore facilità.
Poiché questi strati profondi hanno una maggiore quantità di anidride carbonica disciolta, il rimescolamento ha portato a una maggiore cessione di anidride carbonica in atmosfera, diminuendo la capacità di assorbimento. Dall’inizio degli anni 2.000 invece, l’emersione di acque degli strati profondi è diminuita, eccetto che nel settore del Pacifico, causando così una ripresa di assorbimento da parte del pozzo.
Ipotesi per il futuro? I ricercatori non si sbilanciano. Saranno necessari ulteriori studi , con misurazioni delle concentrazioni di anidride carbonica a griglia più fine, che permettano un miglior dettaglio per individuare l’andamento di tutti i parametri fisici e biochimici coinvolti, sia nell’Oceano Antartico, sia nello strato atmosferico che lo sovrasta.
Report Luca Angelini
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