CLIMA: la scienza non ammette opinioni

Se la legge non ammette ignoranza, la scienza non ammette opinioni. Scienza è complottismo non dovrebbero neanche stare sullo stesso piano eppure, anche grazie alla spinta “beota” di Social e Media senza scrupoli, la prima è stata addirittura superata dal secondo. Come si fa, per esempio, essere sicuri che l’intera comunità scientifica internazionale indichi come accelerato dalle attività umane l’attuale cambiamento climatico? Come si fa ad esser certi che gli studi in tal senso abbiano effettivamente accertato e dimostrato che questa accelerazione non si era mai vista prima? Si contano fisicamente gli articoli pubblicati sulle riviste scientifiche, dove gli studi sono esaminati con il sistema della revisione paritaria, e si fanno due pile sulla scrivania: a destra quelle che confermano, a sinistra quelle che hanno dubbi.

Ebbene, su decine di migliaia di studi pubblicati ogni anno, la pila di sinistra si è assottigliata e conta, al massimo, qualche decina di articoli scettici, peraltro su aspetti marginali; tra l’altro di recente alcuni di questi sono stati ulteriormente rigettati e definitivamente accantonati. La pila di destra invece diventa sempre più consistente. Un consenso così ampio non ce l’ha nemmeno la relatività ristretta. Nessuno specialista del clima infatti manifesta dubbi nelle sedi opportune, se qualcuno lo fa nelle interviste, il valore scientifico è zero. Si chiama metodo scientifico, ed è lo stesso che garantisce che si pubblichino solo cose controllate.

Poi si può sempre sbagliare, ma la comunità se ne accorge. E può essere anche che uno solo abbia ragione e tutti gli altri torto, ma dovrebbero cambiare i dati. Che, invece, non cambiano. Fino a che i gravi continuano a cadere a terra, Newton avrà ragione. La storia di Galileo, unico a suo tempo a sostenere l’eliocentrismo (che sono i Pianeti a ruotare intorno al Sole e non viceversa) e tutti gli altri contro non regge: non erano gli scienziati ad andare contro Galileo, ma la Chiesa. E dunque la scienza con robusto consenso basato sui dati non ammette altre opinioni in assenza di altri riscontri: non decidiamo per alzata di mano la velocità della luce. Il negazionismo climatico equivale al terrapiattismo e tende solo a scaricare responsabilità, prendere tempo e giustificare la politica che non decide di agire. Intanto si perdono vite (62 mila morti per l’eccesso di caldo solo questa estate in Europa), benessere e qualità ambientale. Imperdonabile.

Mario Tozzi e Luca Angelini