Negli ultimi decenni l’Oceano Antartico ha subito un riscaldamento molto limitato, in forte contrasto con quanto è accaduto nell’Artico, che invece è andato incontro a un rapido aumento delle temperature. Questo ha causato un vistoso sbilancio tra l’andamento delle rispettive banchise glaciali, che in Antartide stanno tenendo il passo, mentre al Polo Nord, come sappiamo, versano in condizioni disastrose.
Ebbene, dopo anni di studi, teorie e spiegazioni parziali, lo studio più recente in materia, appena pubblicato su “Nature Geoscience” da Kyle C. Armour dell’Università di Washington a Seattle, dimostra che questo fenomeno dipende da una particolare circolazione delle masse d’acqua oceaniche.
Armour e colleghi hanno analizzato i dati raccolti sia tramite con osservazioni sul posto che da satellite nel periodo 1982-2012, inizializzando un modello fisico-matematico. Dalle simulazioni così prodotte si è potuto accertare che dal plateau antartico spirano venti a raggiera verso l’esterno, una sorta di monsone freddo che spinge verso il largo le acque superficiali meno fredde, causando la risalita dal fondo di acque molto fredde. Da qui l’aureola di temperature sotto la media che si registra in queste zone del globo. Le temperature più basse riescono a preservare la massa glaciale, la quale può così vantare un andamento in media con il trend degli ultimi 30 anni, se non addirittura accompagnato da alterne fasi di crescita.
In altre parole il calore viene portato via dall’Antartide secondo un meccanismo che, di fatto è l’esatto opposto di quello che si sta manifestando in Artico, dove infatti i venti convergono verso il Polo, spingendovi acque superficiali più calde, le temperature sono molto più elevate della norma e i ghiacci in rapida fusione.
L’importanza di questo studio, oltre ad aver consentito di dipanare i dubbi su questo singolare andamento climatico, ci permette di osservare che il concetto di riscaldamento globale andrebbe attualizzato, in favore di un più preciso concetto di schema regionale di riscaldamento.
Luca Angelini
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.