Cosa sono e cosa ci portano i temporali da “linea secca”?

Tutti sappiamo che un fronte in meteorologia è una porzione di atmosfera entro la quale vengono a contatto masse d’aria dalle caratteristiche diverse.

Ora, se questa diversità attiene non tanto alla temperatura, bensì al contenuto di umidità, allora si parla di fronte secco. In realtà il termine “fronte secco” e i suoi sinonimi “linea del punto di rugiada”, oppure “linea secca” derivano da quello americano Dry line, coniato dai cacciatori di temporali statunitensi alle prese con i fenomeni violenti che spesso e volentieri nel corso della stagione estiva solcano le loro plains, le grandi pianure statunitensi. Per motivi locali i temporali da linea secca negli USA assumono anche il nome di Marfa Front).

Come ogni moda che si rispetti, anche la linea secca è riuscita a varcare le sponde dell’oceano e ad approdare entro i confini italiani, identificando con quella dicitura un fenomeno di proporzioni sicuramente minori ma comunque piuttosto frequente anche dalle nostre parti. L’esempio più chiaro e ricorrente lo ritroviamo sulla Pianura Padana, che in fin dei conti può essere assimilata in piccolo (molto piccolo) alle lontane Plains degli States. Al posto delle Montagne Rocciose noi abbiamo le Alpi, al posto del golfo del Messico abbiamo l’Adriatico.

In opportune condizioni di circolazione generale, le regioni di nord-ovest possono finire sotto il Foehn, vento settentrionale alquanto secco, mentre quelle nord-orientali trovarsi sotto l’azione di un minimo di pressione a mesoscala (di proporzione sub-regionale) nato per motivi orografici e sovente centrato sull’alto Adriatico.

La rotazione antioraria delle correnti al livello del mare preleva aria umida dall’Adriatico e la sospinge verso la pianura Padana tramite venti da est. Questi vanno quindi a scontrarsi contro i flussi secchi favonici prima descritti in discesa dalle quote superiori. Lungo la linea di contatto tra l’aria secca in quota ad ovest e quella umida ad est al suolo si sviluppa un vero e proprio fronte, la cui caratteristica saliente però non deriva tanto da una differenza termica, quanto appunto da un salto igrometrico, ovvero di umidità.

Basti sapere inoltre che l’aria secca, o meglio aria con bassa umidità specifica, è più densa e quindi più pesante dell’aria umida, caratterizzata da umidità specifica più elevata. Se l’aria secca, come nella situazione descritta, viene a trovarsi al di sopra dell’aria umida, si generano intensi moti verticali per compensare lo squilibrio creatosi, esattamente come accade quando aria fredda (più densa e pesante) si trova a scorrere sopra aria umida (meno densa e più leggera). Da qui la genesi dei temporali.

Le zone interessate in modo più frequente dal fenomeno della linea secca vanno dalla pianura lombarda centro-orientale a quella veneta, a quella emiliana. I temporali connessi con questo tipo di situazione possono a volte degenerare anche in individui supercellulari forieri non solo di grandinate ma, se la componente dinamica lo consente, anche di pericolosi tornado.

Luca Angelini

Cosa sono e cosa ci portano i temporali da “linea secca”?