
La naturale variabilità climatica terrestre si è manifestata da sempre con oscillazioni di varia ampiezza, durata e intensità. L’ultimo passaggio antecedente l’attuale andamento climatico che, come sappiamo, vede un rapido aumento delle temperature globali, si chiama Piccola Era Glaciale, P.E.G.
Durata complessivamente quasi seicento anni tra la seconda metà del 1300 e la fine dell’Ottocento, la P.E.G. ha visto il suo apice tra il 1700 e il 1850. Proprio questo picco di freddo, del quale però si hanno riscontri scientifici e testimonianze storiche solo in Europa e in Nord America, fu studiato dagli scienziati dell’epoca tra i quali i fisici solari Sporer e Maunder, i quali identificarono tra le cause un lungo periodo (circa un secolo) di bassissima attività solare. Altri studi hanno individuato anche il contributo di diverse eruzioni vulcaniche.
Dalla fine dell’Ottocento le temperature hanno iniziato ad aumentare, dapprima lentamente per la ripresa dell’attività solare avvenuta nel primo decennio del 1700 (guardate il ritardo della risposta atmosferica di quasi due secoli) accelerando progressivamente con il contributo dei gas serra prodotti dall’industrializzazione nel corso del Novecento. Questo aumento delle temperature ha iniziato a crescere sempre più vistosamente dalla metà degli anni Ottanta fino a salire in curva esponenziale dall’inizio degli anni Duemila, con la forzante antropica molto veloce che ha annullato, occultandolo del tutto, il lento segnale naturale.
Luca Angelini