Nella prima parte di questo amarcord siamo partiti con uno suggestivo affresco emiliano di inizio anno (l’anno era il 1979!!) e siamo arrivati alla neve che imbiancò persino Taranto. Ora il seguito, la parola a Claudio Bargelli.
“Dopo un paio di giorni sereni e freddissimi, la mattina del 4 gennaio il cielo è nuovamente coperto e si respira aria di neve. A quei tempi non si lambiccava, con certosina pignoleria, sulle quote neve. Allora nevicava e basta. Grazie anche all’effetto albedo dovuto alla nevicata precedente, sulla bassa Padana la notte seguente il termometro andò in caduta libera, ignorando il fenomeno dell’isola di calore urbana: dieci gradi sotto zero in pieno centro a Parma!
Non dovemmo attendere a lungo, già la mattina del 4 gennaio i primi soffici fiocchi asciutti e leggeri, iniziarono a volteggiare nel cielo plumbeo, depositandosi sul manto nevoso precedente. Nevica sulla neve!
Altra pausa poi dopo soli quattro giorni, l’8 gennaio, riprende a fioccare. La neve venne verso sera e proseguì ininterrottamente fino alla mattina del 10 gennaio, accumulando altri diciotto centimetri. Le temperature minime notturne toccarono i tredici gradi sotto zero in pieno centro. Estremamente suggestivo lo spettacolo offerto dalle enormi stalattiti di ghiaccio che colano dai cornicioni dei tetti sepolti dalla neve.
La temperatura si manterrà sotto lo zero ancora per diversi giorni e, nel pomeriggio-sera del 20 gennaio, scesero altri cinque centimetri di neve fresca. Il consistente manto nevoso, opportunamente rimpinguato da ulteriori nevicate a febbraio e all’inizio di marzo, resistette fino a marzo inoltrato, accarezzato dai primi aliti di primavera.
Claudio Bargelli