
Frutto di un vortice polare particolarmente chiuso, freddo e profondo, i venti sul nord Europa stanno assumendo condizioni di tempesta, organizzandosi in particolare attorno a diverse figure cicloniche che, come grandi mulinelli, verranno trasportati da imponenti correnti occidentali, tese a tutte le quote ovest verso est lungo il Continente.
La prima tempesta, battezzata dall’Università di Berlino con il nome di Dudley, è già in azione a cavallo del Baltico. La rapida evoluzione del cuore ciclonico (965hPa al livello del mare) da ovest verso est trascinerà nella stessa direzione i venti già sostenuti per via del forte sbalzo di pressione. Questo meccanismo di interferenza costruttiva (lo stesso generato ad esempio in altre situazioni limite come la tempesta Kyrill del gennaio 2007 o la più conosciuta Vaia dell’ottobre 2018) genererà venti tempestosi tra Isole Britanniche, Paesi Bassi, Germania, Danimarca, Polonia e Repubblica Ceca. Non solo: il notevole salto di vento con le aree circostanti poste al di fuori del ciclone andrà a tracciare un corridoio entro il quale si potranno avere rovesci e temporali. Nevicate solo in montagna dato le caratteristiche temperate delle masse d’aria in questione.
Dopo il suo passaggio una seconda figura ciclonica (nome assegnato Eunice) subentrerà dall’Atlantico investendo le stesse zone tra venerdì 18 e sabato 19 febbraio, con fenomeni del tutto analoghi. Il cuore del nuovo ciclone pulserà a 960hPa a partire dalle Isole Britanniche venerdì per poi terminare la sua corsa sabato sulla Finlandia. A questi cicloni gemelli potrebbe poi sommarsene un terzo tra domenica 20 e lunedì 21 febbraio con replica di quanto già visto. Ne parleremo a tempo debito.
Luca Angelini
