
Un grande viaggio inizia sempre con un piccolo passo. E da quella fredda mattina del 1948, quando il giovane Edmondo iniziò la sua scalata alla popolarità dai microfoni della radio, di passi ne sono stati fatti. A 30 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 15 settembre 1993, il grande Edmondo Bernacca, che può certamente essere considerato il padre assoluto della divulgazione meteorologica in Italia, rivive in quei quattro minuti di trasmissione che lui stesso aveva ideato. Quattro minuti che col passare degli anni, pur quasi dimezzati dai tempi frenetici della TV commerciale, avevano pian piano gettato il seme e concepito molti bravi e seri Meteorologi, forse la maggior parte di quelli attualmente in attività.
L’imperdibile sequenza che vi proponiamo a piè di pagina, datato 1979 ovvero poco prima del suo pensionamento, ci mostra un Bernacca in gran forma, impugnare il gessetto e tracciare su una semplice lavagnetta vita, morte e miracoli di un ciclone tropicale. Un siparietto leggero ma mai banale, sempre infarcito di importanti informazioni e allo stesso tempo carico di didattica e curiosità.
Da grande professionista, Bernacca semplifica ma non banalizza, sintetizza ma non trascura. Erano gli anni in cui pagare il canone per la televisione di Stato non pesava, perchè la RAI poteva contare su diversi programmi che assolvevano pienamente al compito di fornire un adeguato servizio pubblico. Questa era meteorologia, questa era televisione, questa era divulgazione.
E la rubrica “Che Tempo Fa”, che fece di Edmondo un vero pioniere della Meteorologia in Italia, centrò sicuramente i suoi obiettivi per oltre 30 anni, introducendo un nuovo modo di fare scienza nel nostro Paese. Edmondo fu il primo a rendere fruibile a tutti una materia fino ad allora appartata negli ambienti di elite dell’Aeronautica Militare. Dopo di lui, Andrea Baroni prima e Guido Caroselli poi, riuscirono a portare il testimone della prestigiosa trasmissione fin quasi ai giorni nostri.
Luca Angelini
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