Garbino, il foehn degli Appennini

Effetto Garbino a pieno regime lungo il versante adriatico, con effetti maggiori tra Abruzzo e Molise, dove si sfiorano i 40°C (39°C oggi domenica 1° agosto a Pescara!) al pari dell’estremo sud (qui però con cause diverse). Vi spieghiamo i motivi.

Quando una massa d’aria umida incontra un ostacolo orografico (in questo caso Il Gran Sasso e la Majella) si innalza in maniera forzata. Acquistando quota si espande e si raffredda di 1°C/100m. A questo punto la sua umidità relativa aumenta e, una volta raggiunta la saturazione ossia la formazione di nubi e precipitazioni, si raffredda ulteriormente ma di soli 0,5°C/100m (effetto sbarramento o Staü sul versante sopravvento). Raggiunta la cresta la oltrepassa e ridiscende impetuoso lungo il versante sottovento (il cosiddetto effetto effetto favonico o Foehn).

Questo passaggio causa una trasformazione della massa d’aria che subisce una compressione adiabatica secca durante la quale la temperatura aumenta per l’intero percorso di 1°C/100m, con un divario termico che può raggiungere anche di 10/15°C rispetto alla temperatura di partenza. Tale vento è chiamato Garbino (dall’arabo gharbi, ovvero occidentale) che, specie sui settori collinari e costieri orientali dell’Abruzzo, si presenta con raffiche impetuose che determinano un sensibile aumento delle temperature, oltre ad un drastico calo dell’umidità.

Angelo Ruggeri e Luca Angelini