
Immagini impressionanti, che non avrebbero bisogno neanche di commenti a corredo di una situazione fin troppo chiara e palese. I ghiacciai delle nostre Alpi stanno accelerando il loro processo di ablazione (fusione), con arretramento sempre più vistoso delle fronti.

Il fenomeno è dovuto soprattutto al continuo aumento delle temperature medie annuali, che hanno portato negli ultimi 50 ani ad un rialzo medio del limite delle nevicate di 250 metri, ma anche ad una lieve diminuzione delle precipitazioni (nevose e piovose) e ad una drastica diminuzione dell’effetto albedo come effetto di reazione alla ritirata delle fronti glaciali e del loro spessore. E poco hanno potuto fare le nevicate tardive della scorsa primavera, i cui residui anneriti si trovano ancora qua e là sugli apparati rivolti a nord.
La testimonianza che vi proponiamo oggi ci porta in Svizzera, al cospetto del ghiacciaio del Rodano, arretrato in modo impressionante negli ultimi 10 anni. Come si può constatare dall’immagine qui sopra, la fronte del ghiacciaio si è ritirata di almeno 700 metri, perdendone almeno 20 di spessore. Al posto della fronte ora si trova un lago morenico e, tutto intorno, terreni detritici fortemente instabili, soggetti ad una pesante e rapida erosione.

Come sappiamo il processo è causato dall’aumento delle temperature globali, ma la gravità dello stesso è direttamente proporzionale alla rapidità con la quale si sta manifestando e che sta cambiando letteralmente l’aspetto delle nostre montagne.
Per ulteriori informazioni vi invitiamo a visionare la pagina dedicata allo stato dei ghiacciai svizzeri.
Luca Angelini
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