Gli MCS, sistemi convettivi alla mesoscala

Se la struttura temporalesca a multicella è formata da diverse celle singole in diversi stadi di sviluppo, dalla più giovane alla più matura, un MCS, ossia un sistema convettivo a mesoscala, è formato da diverse celle singole o addirittura da sistemi già allo stato multicellulare, molti delle quali nello stadio di piena maturità. Va da sè che questo tipo di struttura temporalesca si presenta più massiccia, potente e longeva.

La sua forma, circolare o allungata, deriva essenzialmente dalla presenza o meno di venti in quota. Nel caso di venti deboli, la situazione che innesca tale sviluppo temporalesco deriva essenzialmente dalla presenza di aria fredda in quota, la situazione tipica detta “goccia fredda”. In questo caso le varie celle convettive costituenti l’MCS, corrispondenti ad altrettante torri cumuliformi ben visibili anche nelle immagini satellitari, si sviluppano con forma circolare, o appena ovalizzata nel caso la presenza dei venti in quota sia sufficiente a “stirarne” le incudini.

Le caso in cui la situazione d’innesco derivi dal transito di sistemi frontali, comprendendo in particolare le situazioni prefrontali che inglobano proprio questo tipo di struttura temporalesca, i nostri MCS si presenteranno di forma allungata, e prenderanno dunque la denominazione di QLCS, ossia MCS quasi lineari. Stante il medesimo meccanismo di sviluppo, gli MCS lineari hanno però una marcia in più, in quanto possono disporre in quota del forcing dinamico offerto dal transito di forti correnti in quota, magari associati anche a massimi di vento propri del jet streak, e nei bassi strati dall’alimentazione caldo-umida apportata da una Warm Conveyor Belt. Ne deriva una struttura composta da updrafts inclinati che non interferiscono con le precipitazioni in atto e conferiscono invece all’ammasso temporalesco maggior vigore e longevità. Le celle giovani, che nascono per rigenerazione sopravvento, si sviluppano in direzione opposta a quella di spostamento del temporale (level guide). Tale soggetto sinottico può generarsi anche come parte integrante di una struttura temporalesca particolarmente temibile e nota tecnicamente come MCS-V-Shaped.

Che fenomeni dovremo attenderci da un MCS? Il corollario varia in tutta la sua tipica fenomenologia anche violenta, tra cui grandinate, rovesci abbondanti e insistenti e, in casi particolari, anche flash floods, ossia alluvioni lampo. Un ultimo appunto. L’unione di più MCS può andare a costruire un ammasso temporalesco ancor più cattivo ed esteso noto come MCC, ossia complesso convettivo a mesoscala. L’identificazione di quest’ultima è affidata a misurazioni strumentali, quali la temperatura della somità delle nubi. Tramite l’animazione delle immagini satellitari si può notare un ulteriore particolare che si accompagna a MCS e MCC: la presenza di onde atmosferiche dette “onde di gravità”. Esse sono il risultato della propagazione orizzontale delle incudini che si comportano come un sasso che cade in una pozza d’acqua producendo onde.

Luca Angelini

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