
Correva il lontano dicembre del 1984. In una fredda sera di dicembre il Generale Andrea Baroni, punta di diamante della Meteo in Italia, annunciava nel corso di una storica trasmissione televisiva l’arrivo del grande gelo sull’Europa e sull’Italia. La sua magistrale spiegazione ebbe il merito di introdurre alla gente per la prima volta il concetto di stratwarming, quale causa primaria di quanto stava per avvenire. Ma cos’è questo stratwarming?
Trattasi di un repentino e anomalo riscaldamento della stratosfera polare dovuto alla convergenza di flussi di calore in risalita da uno o più anticicloni di blocco. Il processo, nella sua manifestazione più intensa, crea una sorta di anticiclone polare, con venti che ruotano in senso inverso alla normale direzione di marcia. La propagazione verso il basso di questo fenomeno va a disperdere di enormi quantità di aria gelida dalla calotta polare verso le medie latitudini.
Ora, va da sé che ondate di gelo storiche sono state conseguenza di fenomeni di stratwarming, in particolare nella versione “major”, ovvero quella più incisiva, quella che induce un’inversione della circolazione polare che si trasmette dalla stratosfera verso le basse quote. Ma è davvero necessario scomodare la stratosfera per avere un po’ di sano inverno?

La risposta è naturalmente negativa. Gli eventi gelidi occorsi durante l’inverno negli States, in Cina e Giappone, così come anche la ben più modesta ondata di freddo che nell’ultima settimana ha intressato l’Europa ne sono una dimostrazione: freddo senza sconvolgimenti stratosferici.
La troposfera dunque può fare tutto da sola? La risposta è affermativa. Basti pensare che circa il 90 per cento dei processi meteorologici avviene proprio tra il suolo e il livello della tropopausa dinamica, sottile diaframma atmosferico di transizione tra la troposfera (sotto) e la stratosfera (sopra), che alla nostra quota oscilla mediamente attorno ai 12 chilometri di quota.
Proprio queste ondulazioni della tropopausa (immaginiamole come quelle di un lenzuolo steso al vento) sono all’origine di quasi tutti i fenomeni meteorologici: così nascono le alte pressioni, così nascono le basse pressioni, così si attuano gli scambi di calore tra le alte e le basse latitudini. Così anche possono avere luogo ondate di freddo invernale.
Morale: i riscaldamenti stratosferici sono condizione necessaria, ma non sufficiente per ondate di freddo invernale. In altre parole il freddo può arrivare anche senza l’intervento dei riscaldamenti stratosferici. L’inverno finora sui nostri lidi è stato anonimo? E’ stato soppiantato quasi del tutto da una mezza stagione, l’autunno?
Pensare ad una svolta a partire dal un eventuale riscaldamento stratosferico significa probabilmente rimandare di settimana in settimana, di andare troppo in là con la stagione. Meglio confidare (per chi naturalmente è ansioso di vivere un po’ di inverno vero) in un reset barico, in un qualcosa che si muova dal basso e che veda le vicende troposferiche finalmente favorevoli ad una ripartenza dell’inverno anche in questo angolo di mondo.
Luca Angelini