Nonostante la stagione primaverile stia allungando il passo, battezzando a breve anche il traguardo astronomico, da più parti si riescono ancora a percepire i sospiri di chi sembra essersi fermato all’inizio dell’inverno, chiuso in una sorta di guscio letargico, inconsapevole del’ormai prossima rivincita della luce. Ma noi siamo (o dovremmo essere) individui raziocinanti, del tutto diversi da piante e animali, i quali meritano comunque rispetto, almeno per il fatto che in queste circostanze non han bisogno di numeri e statistiche per capire che la primavera è arrivata.
Freddo intenso, gelo da est, aria continentale, pellicolare: ecco le voci flebili che giungono dai vapori del purgatorio, ecco cosa si sente sospirare nel silenzio ormai rotto dal cinguettio delle rondini giunte d’oltre mare ad assaporare il risveglio della natura nell’invidiato clima italiano.
Vero, l’amarezza per un inverno che statisticamente, aveva tutti i crismi per fare sul serio e che invece ha preso sotto gamba mezzo emisfero, concentrando le sue forze nell’alimentare il freezer nord-americano, si fa sentire. Eppure c’è ancora chi guarda ad est. Ma avete visto cosa c’è ad est? Rosso, rosso e ancora rosso. Che non è naturalmente un colore politico ma climatico. Rosso, addirittura fuori scala, rosso che vuol dire anomalia positiva di temperatura. Vuol dire che di freddo non ce n’è, che dove dovrebbe esserci, ci sono invece 10 gradi in più della media. Pensare nell’arrivo del freddo adesso sarebbe come voler mettere in moto un’auto con il serbatoio a secco.
Senza carburante non si parte, senza neve il Continente non è freddo. Se non fa freddo tanto meno possiamo aspettarci il gelo.
E mettiamoci dunque una pietra sopra, archiviamo questa stagione, cucita sull’andamento climatico anni ‘2000, mettiamoci l’anima in pace. Non sarà un dramma se il generale ha schivato persino i venti orientali della QBO negativa, il Nino che non decolla, le acque dell’Atlantico settentrionale che han perso qualche decimo di grado. Il super freddo tanto atteso, tanto sognato non è arrivato. La stratosfera ha deluso e sta preparando ora un calcione al vortice polare, che magari ci darà del filo da torcere fino agli albori dell’estate, ma scordiamoci il grande freddo e magari, iniziamo un nuovo conto alla rovescia. D’altra parte il prossimo inverno non è poi così lontano…
Luca Angelini
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