Una primavera e una prima parte dell’estate fredde hanno dato una mano provvidenziale a preservare il cospicuo manto nevoso accumulatosi negli ultimi mesi in Groenlandia, la più vasta riserva di acqua dolce (allo stato solido!) dell’emisfero nord. I dati che ci arrivano dal DMI (Danish Meteorological Institute), che tiene sotto monitoraggio 24 ore su 24 l’andamento dei ghiacci artici, sono chiari in tal senso.
C’ è però qualcuno che travisa (chi per buona fede, ma qualcun altro no…) e afferma che: “I ghiacci della Groenlandia (e quindi per riflesso di tutto l’Artico) crescono in modo evidente”. Sbagliato. Per conoscere a cosa si riferiscono detti grafici basterebbe infatti saperli leggere partendo dalle indicazioni in calce agli stessi.
E infatti la stessa DMI (vedi le didascalie in lingua inglese), afferma quanto segue: “Nell’ultimo anno glaciologico”, che per convenzione è iniziato il 1° settembre 2017 e terminerà il 1° settembre 2018, “In Groenlandia la quantità di neve accumulata ha superato la quantità di neve fusa, e infatti la curva di accumulo è superiore allo zero (l’unità di misura è la Gigatonnellata, 1GT è un miliardo di tonnellate e corrisponde a 1 km cubo d’acqua, e la media di riferimento è 1981-2010)”.
E questa è una buona notizia, ma…
“Ma il calcolo della massa totale di ghiaccio comprende anche gli iceberg”, che sostanzialmente è ghiaccio perso dato che alla deriva e quindi in fusione. “E il ghiaccio alla deriva è tanto, proprio in conseguenza delle maggiori nevicate avutesi a monte, le quali hanno determinato un maggior peso sulla calotta groenlandese accelerando la discesa del ghiaccio continentale verso l’oceano e quindi la relativa frammentazione in iceberg”. La figura qui a fianco ci spiega in breve questo meccanismo.
In definitiva abbiamo avuto più nevicate (e questo concorda con la maggior quantità di vapore disponibile in atmosfera a causa dell’aumento globale delle temperature), ma anche una maggior perdita di ghiaccio alle fronti oceaniche, tant’è che la stessa DMI conclude affermando che “Le osservazioni satellitari nell’ultimo decennio mostrano che il bilancio di massa non è in equilibrio.
La perdita di ghiaccio in oceano è stata maggiore del guadagno di massa della superficie e la Groenlandia sta perdendo massa al ritmo di 200 GT /anno“.
Svelato il mistero.
Qui trovate l’analisi originale DMI e tutti i grafici/carte ad essa riferiti.