
La mano calda dell’estate si è allungata fino ad afferrare con prepotenza la prima decade di ottobre. Un sole spavaldo si posa su creste, valli e pianure, scottandoli; scottandoci come per avvertire, un’altra volta, di prestare attenzione al clima che cambia.
È un singolo episodio, diranno in tanti, ed è vero: se osservato con il paraocchi è ovviamente singolo. Tuttavia come si è usi dire “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova.” Nel nostro caso la Comunità Scientifica di indizi incomincia a collezionarne a centinaia.
Eppure il clima è sempre cambiato, sostengono in molti, e nel farlo non dicono una falsità. Anche in questo caso è vero: il clima avanza come un veliero, oscillando tra ere glaciali, periodi di optimum climatico, e fasi più calde.
Ce lo ricorda un recente libro di Alex Cittadella, intitolato “Il cielo delle Alpi“, che si appoggia a vicende che hanno segnato la storia per accompagnarci in questa costante oscillazione.
Oggi le temperature salgono, ormai è consapevolezza diffusa, ma questa volta la storia è diversa, ed è lo stesso Cittadella, nell’introduzione del libro, a spiegarci il perché:
«L’azione dell’uomo, checché se ne dica e se ne pensi ancora da parte di qualcuno, sta infatti determinando il più repentino mutamento climatico che il nostro pianeta abbia conosciuto da centinaia di migliaia di anni. Con l’aggravante che, rispetto ai cambiamenti precedenti che si sono potuti individuare e quantificare, nel caso delle modificazioni attuali il ruolo dell’uomo è assolutamente accertato e determinante».