I fulmini sono tra le manifestazioni della natura più pericolose, ma anche più affascinanti. La loro funzione principale è quella di mantenere costante il campo elettrico sulla superficie terrestre, come spiegato in questo articolo, e questo bene o male, lo sappiamo tutti, ma c’è dell’altro.
Dopo un temporale avrete certamente notato che l’aria assume un profumo tipico, unico, che si amalgama alla perfezione a quello emanato dalla vegetazione irrorata dalla pioggia abbondante e benefica che si accompagna a questi fenomeni. Ebbene, questa fragranza deriva dal fatto che le scariche elettriche, i fulmini appunto, quelli tra nube e suolo, iniettano nei terreni enormi quantità di azoto, un potentissimo fertilizzante.

Senza scendere in particolari chimici che esulano dallo scopo di questo articolo, vi basti sapere che l’azoto è il gas più abbondante nell’atmosfera e costituisce circa il 78% dell’intero volume. Viene prodotto secondo un processo noto come “azotofissazione” che avviene per due vie: il 90% della quantità fissata viene prodotto dall’attività di batteri liberi nel terreno o viventi in simbiosi con le radici di alcune piante. Il 10% dell’azoto fissato proviene, invece, proprio dall’azione dei fulmini durante i temporali, che ossidano l’azoto gassoso formando dei nitrati, i quali raggiungono direttamente il suolo tramite l’acqua contenuta nelle precipitazioni.
Da qui il gradevole profumo ma anche il grande beneficio a carico della nostra terra. L’azoto può così entrare a far parte della vita biologica del nostro Pianeta e, attraverso le piante e i batteri, anche nel ciclo alimentare.
Luca Angelini
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