
Roma: 25 gradi alle 11.30 di una giornata come quella del primo agosto sarebbero il sogno nel cassetto; sono invece i gradi impostati sui nostri climatizzatori. Milano, 20 gradi: altra chimera soffocata invece dall’oppressione di una calura che sembra aver represso anche i rumori di una città fin troppo abituata a correre e ad urlare. L’aria che profuma di pioggia, non è stata ma desiderata come quest’estate, messa a dura prova dalle roventi folate inventate dall’Africa. Un’Africa sempre troppo vicina, tanto da riuscire a spodestare il clima nostrano, anch’esso passato di moda come le bellezze della nostra cucina o della nostra cultura.
Un giorno dopo il 31 di luglio, che se proiettiamo al di là del mondo, dove ci arrivi solo con 24 ore di aeroplano, equivalgono al nostro 31 gennaio. Auckland, Nuova Zelanda, esattamente sotto i nostri piedi, è come Milano il 31 gennaio, proprio nell’ultimo dei giorni della Merla, i giorni che per tradizione, dovrebbero essere quelli più freddi dell’anno.
Ma allora ribaltiamo questa tradizione al di qua del globo e pensiamo che anche i giorni di fine luglio sono statisticamente quelli più caldi di tutta l’estate, di tutto l’anno. Così facendo anche le “eventuali” prossime ondate di caldo riservateci da questa estate che procede senza esclusione di colpi, saranno forse un po’ più sopportabili, meno truci, per lo meno sulla via del tramonto.
Da oggi dunque possiamo sperare che il peggio stia passando, che la “merla al contrario” funzioni come per l’inverno, che ne avvii la discesa. Possiamo confidare che la stagione tra non molto possa assumere un volto più “umano“, più nostrano. Sappiamo che non sarà così, tuttavia quelle giornate che ormai non nascondono più di essersi accorciate, confermeranno in ogni caso la strada in discesa della bella stagione. Bella si, forse una volta.
Luca Angelini
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