Il CALDO africano si vede anche dal cielo, guardate

Questa era l’Italia, così come la si poteva vedere dal cielo martedì 22 giugno. Come si apprezza anche ad un semplice colpo d’occhio, una grande quantità di polveri provenienti dal più grande deserto del mondo viene a sorvolarci, spinta dai forti venti meridionali, direttamente dal continente africano. Queste polveri che avevano già percorso un migliaio di chilometri dall’Algeria e dal Mali, hanno visitato in modo rilevante li cieli delle nostre regioni meridionali. L’aria che ha fatto da vettore è la stessa che sta portando anche il calore africano, provocando massime che stanno superando i 40 °C in molte zone del sud Italia.

Ogni anno dal Sahara nord-occidentale si alzano decine di milioni di tonnellate di polveri, dirette non solo nell’area mediterranea ma anche, sotto la spinta di correnti opposte, al di là dell’Atlantico, verso le Americhe. E queste polveri hanno un ruolo più complesso e importante di quello che potrebbe sembrare a prima vista. C’è il degrado della qualità dell’aria, evidentemente, ma non solo. Le polveri sahariane hanno anche un impatto sul clima perché, tra le altre cose, altera la quantità di luce solare che raggiunge il suolo.

Si ritiene che la sabbia trasportata dai venti influisca anche sulla formazione delle tempeste atlantiche durante la stagione degli uragani. Ma questo processo è anche utile. Prima che diventasse un deserto, il Sahara era un ambiente fertile e ricco d’acqua. Tuttora la sua sabbia è ricca di minerali come ferro e fosforo che agiscono come importanti nutrienti in vari ecosistemi. Ogni apporto di polveri funge pertanto anche da fertilizzante naturale, come abbiamo approfondito per bene in questo articolo.

Luca Angelini