Il cielo che parla: nubi vere e nubi false

Nubi vere o nubi false? Ma come, anche il cielo ci inganna? Prendiamo l’esempio dei cirri, tipica nube sottile e filamentosa che ci sorvola a quote molto elevate. Cirri veri o cirri falsi? Quale sarà mai la differenza che fa di una nuvola una firma nel cielo più o meno autentica? Nella classificazione ufficiale delle nubi i cirri altro non sono se non filamenti tenui che sporcano appena l’azzurro del cielo.

Più spessi e compatti sono invece i cirrostrati, banda nuvolosa costituita da formazioni nuvolose di tipo alto e stratificato composte da minuscoli aghi di ghiaccio che possono precedere l’inserimento di una perturbazione del tipo fronte caldo. Talvolta, se inseriti in correnti a curvatura anticiclonica, possono introdurre aria calda che aumenta lo spessore troposferico e annuncia una prossima ondata di calore africano. A volte capita invece di assistere alla formazione di cirri dalla forma piuttosto rotondeggiante, con svirgolate nel cielo simili ad una curva parabolica.

Spesso appaiono nelle ore del tardo pomeriggio dopo una calda giornata di sole e si avvicinano dissolvendosi lentamente, più raramente incupendosi fino a coprire il sole aumentando la sensazione di afa. Ebbene in questo caso stiamo parlando dei cirri falsi, ossia delle stratificazioni nuvolose dovute allo sviluppo di una incudine partita da una nube temporalesca.

Quando un ammasso cumuliforme si porta a quote molto elevate raggiunge temperature molto basse e le goccioline sopraffuse che lo compongono (ancora allo stato liquido seppur in temperature sotto lo zero) alla fine ghiacciano. Le correnti in alta quota e/o l’impatto contro la tropopausa determinano un’espansione orizzontale di questi ammassi nuvolosi ed ecco che si staglia nel cielo la nostra incudine formata appunto da un nucleo di cirrostrati cosidetti falsi che seguono fedelmente lo sviluppo della cellula temporalesca apparendo con la loro forma vagamente rotondeggiante.

Possono portare la pioggia? Orbene se il detto “Dalle nubi alte non piove” è valido per i cirri veri, per quelli falsi il discorso cambia. Qualora l’incudine nuvolosa (osservate ad esempio la figura qui sopra) sia proiettata verso il nostro punto di osservazione trasportata dai venti in quota ecco che potrebbe segnalare l’approssimarsi di un temporale. In questo caso il passaggio dei cirri falsi lascia velocemente spazio a nubi dalla base ben più scura e minacciosa. Nel caso invece i nostri cirri falsi tendano a rimanere stazionari espandendosi in altitudine senza più avere contatti con le quote inferiori e dissolvendosi lentamente ci troveremo dinnanzi ad una ex cellula temporalesca ormai esauritasi.

Questa situazione generalmente ci suggerisce un successivo miglioramento del tempo dovuto ad una maggior stabilizzazione dell’aria.

Luca Angelini

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