
Foehn, cos’è esattamente questo misterioso fenomeno? Beh di misterioso ha ben poco; quando una flusso d’aria impatta più o meno perpendicolarmente una catena montuosa è costretta a sollevarsi in blocco per scavalcarla. Il sollevamento porta alla condensazione del vapore acqueo contenuto nella massa d’aria in arrivo con produzione di nuvolosità e talora anche di precipitazioni. Il fenomeno è noto con il nome di sbarramento.
Nell’immagine un classico esempio di muro del foehn alpino da nord che si staglia a settentrione del lago di Como in alta Lombardia. Foto di Stefano Anghileri.
Sul versante opposto invece abbiamo il fenomeno opposto, ossia il Foehn, o Favonio che dir si voglia; la massa d’aria, esaurito il proprio contenuto di umidità al di là delle creste montuose, scende e si asciuga con un processo detto di “compressione adiabatica”. Orbene, a questo punto la domanda sorge spontanea: cosa accade nel punto in cui la nuvolosità presente sul versante sopravvento inizia a dissolversi? Si crea una barriera nuvolosa parallela alle creste sommitali della nostra catena montuosa che a volte può essere visibile anche dal versante interessato da Foehn e che denota la presenza del fenomeno. Questo muro di nubi prende il nome di “muro del Foehn”.
Se il vento in quota è molto forte, il muro del Foehn può superare la linea spartiacque e sfondare anche sui versanti sottovento per diversi chilometri. In questo articolo un tipico esempio.

Da cosa dipende la presenza o meno di questo fenomeno? Due sono i fattori principali da tenere in considerazione:
1) La velocità della corrente a getto in alta quota.
In questo caso il vento molto forte in quota riesce a sospingere gli ammassi nuvolosi presenti sui versanti sopravvento, anche su quelli sottovento, con il muro del Foehn che può allungarsi anche per oltre 10 chilometri oltre la linea di cresta. In questo caso le eventuali precipitazioni presenti oltralpe riescono a spingersi oltre la cresta spartiacque entrando in ambiente favonico.
2) L’umidità della massa d’aria in arrivo.
Se la massa d’aria che impatta la catena montuosa è in origine molto umida, la costruzione nuvolosa lungo i versanti sopravvento risulta bene organizzata e di notevole spessore. In questo caso il muro del Foehn risulta bene evidente subito a ridosso delle creste montuose spartiacque e a tratti può anche sfondare lasciandosi sfuggire alcune bande nuvolose e qualche breve precipitazione.
Articolo correlato: “Quando il muro del Foehn sfonda: il caso della Valle d’Aosta”.
Luca Angelini
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