
In questo periodo post-estivo, con i ghiacciai messi a nudo dagli eccessi dell’estate, ma soprattutto falcidiati dalle ire dei cambiamenti climatici, i resti della Grande Guerra continuano a riaffiorare a cadenza quasi giornaliera sulle nostre montagne. Dopo il corpo di un soldato italiano, Rodolfo Beretta (1886-1916), rimasto sepolto sotto la neve per 102 anni in Adamello, la baracca di appostamento sul Gran Zebrù e il cappello di un soldato Alpino ritrovato nella stessa zona, ora salta fuori addirittura un pezzo di artiglieria pesante: un proiettile di cannone inesploso riemerso alla fronte del ghiacciaio del Mandrone in Adamello. Gli esperti tengono a sottolineare la pericolosità di questi reperti e consigliano ad escursionisti ed alpinisti che dovessero imbattersi in affioramenti sospetti, di non toccare nulla, ma segnalarlo alle autorità competenti come la Soprintendenza ai Beni Culturali. Nel 2019 infatti un escursionista rimase gravemente ferito da un ordigno sul ghiacciaio Presena.
Credit: Commissione Glaciologica Sat
Luca Angelini
