La fase di tempo invernale preannunciata per la seconda metà di gennaio sta per entrare nel vivo. A livello sinottico la situazione si sta facendo alquanto complessa, con risvolti dinamici anche sull’Italia, raggiunta a più riprese da nuclei di aria via via più fredda. Ma facciamo un primo quadro generale.
SITUAZIONE: due vistose ondulazioni a carico del flusso portante, l’una sull’Atlantico e l’altra sulla Russia, conferiscono alla circolazione europea una componente ciclonica alimentata da correnti polari marittime che giungono fin sul Mediterraneo dai quadranti nord-occidentali. In questo contesto, un minimo di pressione, ancora parzialmente alimentato da aria continentale di derivazione balcanica, genera sulle nostre regioni adriatiche e meridionali condizioni di instabilità con fenomeni già descritti in questo articolo.
EVOLUZIONE: la mappa del tempo al livello del mare, centrata per la mezzanotte di martedì 27, evidenzia con il n.1 il vortice presente sul nostro meridione, mentre la perturbazione n.2, in procinto di affrontare l’arco alpino, riverserà mercoledì lungo l’Adriatico un nuovo impulso di aria polare marittima, con possibilità di nevicate fino a bassa quota. Nel frattempo l’alta pressione atlantica, sotto il peso del vortice polare che dalle alte quote tende a dislocarsi sull’emisfero euro-asiatico, inizia ad arretrare verso le basse latitudini, aprendo il varco per la perturbazione n.3, che vediamo al largo delle coste groenlandesi.
TENDENZA A LUNGO TERMINE: proprio questa perturbazione, alimentata da aria artica marittima, diverrà pietra angolare del tempo sull’Italia tra giovedì 29 e sabato 31 gennaio, allorquando è attesa giungere sul Mediterraneo, con il suo carico di fenomeni, nevosi anche a quote davvero molto basse a partire dal nord, poi via via anche verso le altre regioni. Tratteremo il dettaglio previsionale in un apposito articolo, non appena avremo adeguata predicibilità
Luca Angelini
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