Un flash di aggiornamento sulla interessante situazione meteorologica che si sta manifestando sulle nostre regioni settentrionali, centrate in pieno da un vortice ciclonico carico di acqua e neve.
A proposito di quest’ultima, giova notare che il quadro previsionale descritto i giorni scorsi si è effettivamente realizzato (ultime righe dell’articolo) e, su alcune zone, siamo addirittura andati oltre. In questo breve approfondimento intendiamo porre l’attenzione proprio su quelle zone dove si è andati oltre, dove la neve è comparsa a quote che non sono state raggiunte neanche durante lo scorso inverno.
Ci riferiamo in particolare al settore compreso tra il Piemonte e la Lombardia, una fascia di territorio che è stata battuta da temporali notturni, i quali hanno permesso all’aria fredda presente in quota di scaricarsi verso il basso. Su questi settori la neve ha imbiancato sino a quote collinari le Prealpi, spingendosi a tratti anche si nei fondovalle a ridosso del tratto alpino e questo anche al di là del confine, nei vicini Cantoni svizzeri del Ticino e dei Grigioni.
Hanno sorpreso certamente i fiocchi che, seppur senza imbiancare, hanno raggiunto a tratti quote prossime ai 300-400 metri, come accaduto ad esempio nella val Menaggio, solco interno compreso tra i laghi di Lugano e di Como, zone dove per altro ha imbiancato già a partire dai 500 metri. Stessa situazione nella “solita” Valganna, vallata posta tra Varese e il lago Maggiore.
Le immagini allegate la dicono tutta sulla questione in atto: in ordine ritraggono i paesaggi imbiancati rispettivamente la prima in alto in evidenza nel comune di Fraciscio in Valchiavenna (Sondrio) 1.200 metri, la seconda qui sopra si riferisce invece alla località di Brunate, poco sopra Como, quota 700 metri, la terza qui sotto mostra invece una panoramica del tratto svizzero del lago Maggiore, in Ticino.
Attenzione, non prendiamo il classico abbaglio di credere che sia tornato l’inverno, ma prendiamo atto semplicemente che finalmente il mese di aprile, tipicamente primaverile, sta mostrando la sua doppia faccia, quella che alterna fasi miti e soleggiate ad altre più fredde e burrascose.
Nessuna anomalia dunque? In questo caso paradossalmente no. La vera anomalia l’abbiamo vissuta nella prima metà del mese, allorquando il profilo termico assomigliava più alle condizioni che si manifestano all’inizio dell’estate, decisamente troppo anche per la fase più pazza della primavera.
Luca Angelini