
L’inclinazione dell’asse terrestre, la linea che idealmente passa per i due Poli e che attualmente è pari a 23°, sta subendo uno spostamento a causa della modifica delle masse glaciali polari. A rivelarlo è una ricerca, condotta da un team internazionale di scienziati guidati da Shanshan Deng dell’Accademia cinese delle Scienze. Lo studio è stato pubblicato qualche mese fa sulla rivista Geophysical Research Letters, dove è emerso, tra l’altro, che il processo ha preso il via negli anni ’90. I dati derivanti dalle osservazioni geodetiche spaziali hanno rilevato che la direzione della deriva polare si è spostata da sud verso est e che la velocità media di deriva dal 1995 al 2020 era 17 volte più veloce rispetto al 1981-1995.
Oltre a fattori puramente astronomici, la rotazione della Terra intorno al suo asse viene influenzata infatti anche da fattori interni. Pensiamo ad esempio ai violenti terremoti, che possono essere in grado di modificarne temporaneamente l’inclinazione. Anche l’incremento del livello degli oceani, a sua volta prodotto dall’arretramento e avanzamento dei ghiacciai che è avvenuto su scale temporali geologiche dalla fine dell’ultima glaciazione, ha causato modifiche all’asse terrestre, compreso un rallentamento della rotazione. Fattori impercettibili naturalmente all’occhio umano (nessun allarme quindi), ma che non sono passati inosservati ai super-computer. Proprio questi ultimi, grazie ai dati relativi alla coda del periodo interglaciale che stiamo vivendo, ci indicheranno le possibili conseguenze derivanti dal riscaldamento globale e dall’eventuale innalzamento del livello del mari presente e futuro. Certamente le sorprese non mancheranno.
Fonte: Geophysical Research Letters
Report Luca Angelini


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