
Chi di voi, in queste ultime ore, non si è imbattuto in previsioni sconvolgenti per la prossima settimana? “La grande nevicata al nord”, “la vendetta dell’inverno”, “il blizzard dell’8 marzo”… e via discorrendo.
Visto che, quando si tratta di questi argomenti, l’entusiasmo di chi segue le previsioni solo per cercare notizie del genere si rivela quasi sempre ingestibile ma allo stesso tempo fallace, vi spieghiamo con un semplice esempio perché NON dobbiamo dar credito alle carte deterministiche su lunghe scadenze. Primo perché il procedimento previsionale corretto non lo ammette. Secondo perché la scienza ce lo impedisce. Terzo perché il buon senso ce lo sconsiglia.

Osservate le due mappe in figura (qui sopra): entrambe si riferiscono alle precipitazioni simulate dal modello ECMWF per giovedì 10 marzo. La prima a sinistra è stata inizializzata con i dati del 3 marzo (ieri – 168 ore di anticipo), quella a destra inizializzata con i dati di oggi (4 marzo – 144 ore di anticipo). Notate differenze? Quasi tutte le precipitazioni sparite in 24 ore! Sparite per sempre? Magari no; magari domani ne torneranno un po’, salvo poi sparire di nuovo o saltare da una regione all’altra man mano che i giorni passano limandone magari contorni e sfumature. Magari… Ma si possono formulare previsioni meteo basandosi su una speranza?
Ovviamente no, quindi non ci stancheremo mai di ripeterlo: appassionati, NO a carte deterministiche a media e lunga scadenza (pena il balletto di cui sopra). SI a opportuni prodotti probabilistici analizzati con le dovute competenze. Per tutti gli altri utenti: diffidate di chi vi propina previsioni a lungo termine, specie se descrivono scenari estremi. Imparate a fare la differenza tra professionisti e ciarlatani accertandovi delle fonti delle vostre informazioni e verificando di volta in volta la bontà delle previsioni emesse. Pena gioire per qualche ora e rimanere poi puntualmente delusi, dal tempo e dalla scienza.
Luca Angelini