La sventagliata temporalesca di venerdì al nord, nuove conferme

Tutto sembra procedere secondo i piani. Ostacolato dalla presenza di un imponente campo anticiclonico di blocco, posto a sentinella del comparto europeo orientale su su fino alla Russia, il flusso perturbato atlantico legato ad una estesa fascia depressionaria che cinge le alte latitudini, sarà costretto a deviare lungo i meridiani. In particolare una saccatura muoverà alla volta del Mediterraneo passando attraverso la Francia, corazzata da una perturbazione che nella giornata di venerdì 5 agosto investirà in pieno le nostre regioni settentrionali.

Le prime avvisaglie del peggioramento atmosferico si faranno notare già durante la serata di giovedì 4, allorquando intensa nuvolosità andrà addensandosi a ridosso dell’arco alpino centro-occidentale e, a seguire, anche su Piemonte ed ovest Lombardia, con i primi colpi di tuono destinati principalmente alla Valle d’Aosta, all’alto Piemonte e al nord della Lombardia.

Poi ecco la perturbazione vera e propria affrontare l’attraversamento integrale delle nostre regioni settentrionali da ovest verso est, con una scia di precipitazioni, talora anche temporalesche, accompagnate da colpi di vento e isolate grandinate, tal altra invece più deboli e sbrigative, che si spartiranno il territorio a partire dalla successiva nottata.

Al momento pare che, come sempre, le regioni alpine, prealpine e pedemontane possano ricevere i maggiori apporti di pioggia, un po’ meno i settori padani centrali, forse solo isolati acquazzoni in rapida risoluzione sulle coste del Ponente ligure. Il quadro avrà però certamente bisogno di ulteriori conferme e queste verranno nelle prossime ore, quando i prodotti numerici consentiranno di esaminare nel dettaglio i vari parametri grezzi che caratterizzeranno la struttura della buccia atmosferica interessata dall’evento.

Va da sè, e qui non ci piove (scusate la battuta), che la perturbazione porterà un carico di aria fresca di derivazione nord-atlantica, che si accompagnerà pertanto ad un calo delle temperature, più vistoso sulle Alpi, dove il limite dello zero termico potrebbe consentire qualche spruzzata di neve fin verso i 3.000 metri. Chiudiamo con il vento che, dopo essersi presentato sotto forma di Libeccio in Liguria e di Scirocco sulle Venezie, ruoterà dai quadranti settentrionali, incentivando correnti favoniche tra il pomeriggio e la serata sulle pianure del nord-ovest, in contrasto con venti di Bora in rientro dall’alto Adriatico, che ricacceranno i temporali dal Triveneto verso l’Emilia Romagna. Interessate in questa fase anche Toscana e Marche.

Nel frattempo la perturbazione si sarà spezzata e il moncone principale sarà impegnato nella difficile scelta di dove posizionarsi nel corso del fine settimana, argomento che abbiamo già trattato in questo editoriale e sul quale sarà necessario tornare nei prossimi aggiornamenti.

Luca Angelini

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