L’aria mite è già arrivata: zero termico a 3.500 metri

L’aria calda è meno densa rispetto a quella fredda. Una ben precisa legge fisica lega la sua minor densità al suo minor peso e questo fa si che quando quest’aria mite si sposta, tenda ad invadere dapprima le quote superiori generando due conseguenze: la prima è l’aumento dello spessore atmosferico, con la colonna d’aria che si dilata e crea condizioni per un aumento della pressione al suolo (anticiclone). La seconda è, ovviamente, anche l’aumento delle temperature.

Questo aumento si avverte soprattutto in montagna, dato che nelle valli e sulle pianure possono giacere strati o sacche di aria più fredda che, in virtù della loro maggior densità, rimangono intrappolate nei bassi strati. Nasce il fenomeno dell’inversione termica. E’ sopra questo limite che la massa d’aria mite può dare quindi il meglio di sé, come avverrà ad esempio oggi e domani (martedì 20 e mercoledì 21 dicembre). L’isoterma di 0°C salirà addirittura fin sopra i 3.500 metri in libera atmosfera su gran parte dell’Italia, arco alpino compreso.

Capite bene che, per quanto questo valore possa subire interferenze e modifiche a contatto con i pendii montani, risulta un valore pur sempre molto elevato per la stagione, tale da mettere in crisi la tenuta del manto nevoso recentemente caduto. Si spera che, oltre a non generare valanghe, la preziosa coltre bianca non vada in pezzi in questi due giorni. Successivamente infatti potremo contare su un parziale rientro a valori più “umani”, ma pur sempre prossimi a 2mila metri.

Luca Angelini