
Grazie ai dati raccolti dalla Rete Meteonetwork, che fa capo a strumentazione omologata e installata secondo le regole imposte dalla WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale) siamo in grado di proporvi la cartina in figura. Essa rappresenta l’anomalia della piovosità media del mese di febbraio.
Come è facile osservare, l’Italia ne esce spezzata in due a causa della prevalenza di correnti occidentali o sud-occidentali. Per il NORD ITALIA le aree dove ha piovuto di meno sono state quelle di nord-ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Ponente ligure, bassa Lombardia), l’Emilia-Romagna, la bassa Padana e l’Alto Adige-Sud Tirol.
Per il CENTRO la catena appenninica ha fatto la differenza tra il versante tirrenico, mediamente più piovoso (soprattutto in Toscana), e quello adriatico quasi totalmente a secco. Nel complesso queste regioni, Umbria compresa, hanno presentato un bilancio pluviometrico sotto la media (Toscana esclusa appunto).
Passando al SUD notiamo una suddivisione analoga, con la Campania, il Potentino e la Calabria tirrenica leggermente più piovose della media e l’intero versante adriatico e ionico (Molise, Puglia, Materano e Calabria ionica) praticamente a secco.
Infine le ISOLE, con la Sicilia che ha presentato una piovosità in media o leggermente superiore sui settori occidentali, inferiore su quelli orientali. In Sardegna ha piovuto di più nelle zone interne e in Gallura, di meno lungo le fasce costiere, in particolare nel Sarrabus.
Luca Angelini
