
“Da un tipo di tempo gelido ma secco, si passerà ad un tipo di tempo nevoso”. Sono le parole evidenziate dal generale Andrea Baroni nel corso della consueta rubrica serale Che Tempo Fa, quando si trovò di turno a prevedere questo storico evento di vero inverno. Siamo tra il 5 e il 6 febbraio del 1991, quando una delle rare retrogressioni da est, attivata dall’isolamento di un campo anticiclonico sulla regione scandinava, interessò l’Europa Centrale e la nostra Penisola. L’epicentro del vortice, che giungeva direttamente dalla Russia Settentrionale, andò a posizionarsi appena a Nord delle Alpi, e precisamente sull’Austria, con un nucleo estremamente freddo (-42°C a 5.100 metri).

Anche le isoterme sul piano isobarico di 850 hPa (circa 1.500 metri) mostravano valori da primato del freddo, prossimi a -18°C sulla Germania, a -15°C sul nord-est italiano, -8°C sul Centro Italia. Al livello del mare una depressione di 1010 hPa si posizionò sulla Corsica e, interagendo con il possente anticiclone di 1047 hPa situato sulla Scandinavia, attivò, contribuì a costruire le masse nuvolose responsabili di una catena di nevicate che investì gran parte delle nostre regioni centro-settentrionali.

Abbondanti nevicate interessarono la Val Padana, specie l’Emilia, la Toscana, fino all’Italia Centrale, nevicò anche a Roma, soprattutto nelle zone nord della città. 50 cm di neve caddero a Rimini in poche ore, 40 cm a Livorno, raro caso in cui la neve colpì contemporaneamente i due versanti del Tirreno e dell’Adriatico.
Durante la notte tra il 5 e il 6 febbraio le temperature scesero a livelli-record, fino a -18°C a Perugia ed Arezzo, ma, nel giro di poche ore, il moto retrogrado, spostandosi verso ovest, innescò un richiamo di correnti occidentali molto miti che, scorrendo sopra il cuscino di aria fredda, provocarono nuove estese nevicate al Centro-Nord.
Il freddo intenso rimase a lungo in Val Padana, intrappolato entro un imponente cuscinetto che permise di raggiungere temperature record, con minime di -13°C a Milano e quasi -20°C in Emilia.
Luca Angelini
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.