L’inverno non è più quello di una volta? Ecco perchè

COME ERA E COME E’: molti lettori ci chiedono perchè il semestre invernale (autunno e inverno) non si svolga più con la fenomenologia tipica che si presentava 30-40 anni fa (piogge battenti ed estese in autunno, nevicate frequenti anche a quote basso o di pianura in inverno). La differenza si nota già dall’autunno, quando un tempo transitavano estese perturbazioni atlantiche che portavano piogge diffuse, estese, ma quasi mai estreme. Per contro attualmente il maltempo si presenta in modo sporadico, affidato al transito di gocce fredde (vortici ciclonici isolati) che si concentrano su piccole zone dove portano poi fenomeni sempre più spesso violenti e/o estremi.

La risposta sta nella comparazione che vi abbiamo proposto in figura (clic per ingrandire) tra l’andamento medio del campo di altezza geopotenziale del mese di novembre 1984 e del 2020. Cosa si nota?

ECCO LE CAUSE: prendiamo come riferimento l’altezza dell’isoipsa di 5.520 metri; guardate come si è spostata verso nord. Come conseguenza si nota l’evidente estensione in latitudine delle alte pressioni subtropicali contro un arretramento verso nord delle correnti perturbate legate alla circolazione polare. Con questo nuovo tipo di circolazione noi rimaniamo ovviamente fuori traiettoria rispetto alle grandi perturbazioni mentre siamo interessati per lunghi periodi dalla fascia anticiclonica subtropicale. Di tanto in tanto però, quando le correnti perturbate ondulano in modo evidente, possono staccare alla loro estremità piccoli ma insidiosi vortici ciclonici, che sono poi quelli che ci vengono a interessare, interrompendo le lunghe stasi di tempo stabile e soleggiato, con brevi ma furiose ondate di maltempo. In pratica, anzichè venire investiti dal flusso perturbato, ci prendiamo solo le code delle perturbazioni.

I MOTIVI: da cosa è causato tutto questo? Dal mutamento delle correnti derivante dai cambiamenti climatici in atto, i quali hanno di fatto comportato una dilatazione dello spessore atmosferico consentendo alle alte pressioni di guadagnare parte della fascia climatica temperata (la nostra) a discapito delle basse pressioni, sempre più lontane e ritirate verso le regioni polari.

Luca Angelini

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