Con il cuore dell’alta pressione sopra la testa non si può pretendere chissà che; sto parlando a nome di chi mal sopporta i primi caldi afosi di stagione, calcolando il fatto che l’estate meteorologica, per quanto ormai prossima, ancora deve iniziare. Fatto sta che questo marcato riscaldamento solare, determinato dalla prevalenza di cieli poco nuvolosi e dalla presenza di aria secca in quota, farà un gran lavoro mantenendo il quadro termico al di sopra della media su tre quarti dell’Italia.
C’è però da tenere in considerazione il fatto che l’energia potenziale in accumulo per via del forte riscaldamento diurno potrebbe venire catturata dai pendii montani per condurre verso quote più elevate la buccia calda sino a permetterle di incontrare infiltrazioni un po’ più fresche.
Questo processo potrebbe portare alla possibilità che nelle ore più calde e in quelle preserali, si manifestino le condizioni favorevoli alla conversione di questa energia potenziale (energia di posizione) in energia cinetica (energia di movimento). Il movimento è quello verso l’alto che produce sviluppo di annuvolamenti cumuliformi destinati a recare qualche spunto temporalesco di calore. Dove?
Segnatamente, seppur a scala locale, a ridosso dei settori alpini e prealpini, ma qua e là anche sull’Appennino settentrionale, specie il tratto emiliano, e quello centrale, specie i settori di confine tra Lazio e Abruzzo. Locali scrosci e qualche tuono, non aspettiamoci la rinfrescata
Luca Angelini