Quando un blocco di aria fredda, di tipo polare marittimo in questo caso, si mette in moto dalle alte verso le medie latitudini, subisce una serie di processi e trasformazioni. Per prima cosa, deve sopperire alla minore vorticità assoluta aumentando quella relativa, in seconda istanza si trova a penetrare masse d’aria più temperate, il che aumenta notevolmente il gradiente, ovvero il contrasto con le masse d’aria circostanti. Per di più il ramo discendente della Corrente a Getto Polare, perfettamente sovrapposto ai venti della regione inferiore, infarcisce ulteriore “quantità di moto”, ovvero dà valore aggiunto alla circolazione dei bassi strati, sommando un ulteriore apporto dinamico.
Questo per dare una spiegazione fisica, in chiave divulgativa ovviamente, a quello che accadrà sull’Italia tra giovedì e venerdì. Il quadro sinottico completo è ben descritto in questo articolo. A noi basti sapere che il nocciolo di aria fredda in arrivo dal nord Atlantico, proprio per i processi fisici di cui sopra, darà luogo ad un rinforzo del vento anche notevole su tutta l’Italia.
Vento che, data la posizione dei centri motori della depressione, saranno orientati in prevalenza dai quadranti settentrionali, in modo particolare tra nord e nord-est (nord-ovest sull’estremo sud). Il taglio verticale della massa d’aria, unitamente ad ulteriori processi relativi alle forzanti orografiche cui la stessa verrà sottoposta, porranno in essere condizioni favorevoli allo sviluppo di venti di burrasca forte e addirittura localmente anche di tempesta.
Le simulazioni ad oggi disponibili indicano i crinali alpini, quelli appenninici centrali, il bacino Adriatico centro-settentrionale e il Tirreno centrale largo, i settori che potranno venire battuti da una velocità media del vento fino a 120km/h, con punte anche di 150km/h, ossia venti forza 10, venti di tempesta. Tanto basterà a generare violente bufere di neve in montagna, bufere dovute sia alla precipitazione in caduta (in particolare lungo la cresta delle Alpi e sull’Appennino centro-meridionale), sia alla neve deposta al suolo e sollevata dalle raffiche (scaccianeve alto, Prealpi, Appennino settentrionale).
Per il dettaglio delle possibili nevicate puoi consultare questo approfondimento.
Non solo, ma sarà aria di tempesta anche in mare, segnatamente sull’Adriatico, con possibili mareggiate sulle coste venete, romagnole, marchigiane, abruzzesi ed orientali sarde, ma anche sul bacino tirrenico centrale, nella fattispecie al largo.
Vento che, seppur meno estremo, avrà un impatto considerevole anche nelle nostre città, in particolare in Toscana, dove si raccomanda fin d’ora (ma torneremo sull’argomento nei prossimi aggiornamenti per ricordarvelo) di prestare prudenza. Foehn (nord-ovest), Bora (nord-est), Tramontana (centro), Maestrale (sud): ad ogni città il suo vento. L’apice dell’episodio ventoso e le massime velocità del vento sono attesi nella notte tra giovedì 5 e venerdì 6 marzo.
Luca Angelini
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